Domani vigilia di Pentecoste: intervista con il vicario generale dell'Ordine dei Frati
Minori
Domenica prossima la Chiesa celebrerà la Solennità di Pentecoste, termine derivante
dal greco che letteralmente significa “cinquanta”. La Solennità di Pentecoste cade,
infatti, 50 giorni dopo la Pasqua e ricorda la discesa dello Spirito Santo sui discepoli
e Maria nel Cenacolo. Sui frutti dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e nella
liturgia si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco il vicario generale dell’Ordine
dei Frati Minori, padre Francesco Bravi:
R. – Lo Spirito
Santo è Colui che ci aiuta a non vivere più per noi stessi e a perfezionare l’opera
di Dio nel mondo, compiendo ogni santificazione. Certamente la liturgia ci aiuta a
comprendere questo mistero.
D. - E attraverso quali
linguaggi si esprime nel mondo l’azione dello Spirito Santo?
R.
– Una cosa mi ha sempre colpito della lettura degli Atti degli Apostoli del giorno
di Pentecoste, quando gli astanti riconoscono il messaggio del Vangelo nelle loro
lingue. Credo che questa sia la cosa più importante: lo Spirito Santo declina oggi,
ancora una volta, il Vangelo in tutte le lingue, cioè per ogni uomo, per ogni donna
di questo mondo. Fa capire questo linguaggio a tutti.
D.
– La Pentecoste porta a compimento il mistero pasquale...
R.
– La Pentecoste, il dono dello Spirito, è il compimento del mistero pasquale perché
Gesù stesso lo dice: “Quando andrò al Padre vi manderò lo Spirito. E lo Spirito prenderà
del mio" e approfondirà il mistero che gli apostoli avevano vissuto, e cioè il mistero
della Pasqua di Gesù. Quindi è il dono del Padre attraverso il Figlio che ci aiuta
ad entrare pienamente nel mistero trinitario, nel mistero della salvezza.
D.
– A proposito di doni, quali sono i doni dello Spirito Santo alla luce della spiritualità
francescana e degli insegnamenti di San Francesco?
R.
– Sicuramente il dono della gioia è quello che credo più sottolinei questo aspetto
francescano della Pentecoste. E’ il dono della gioia del Risorto, il dono della Pasqua
di Gesù, quando appare ai suoi discepoli. Quella pace e quella gioia che il Risorto
ha portato e che sicuramente Francesco ha vissuto e che noi oggi tentiamo di vivere
con le nostre scelte.
D. – E in questa dimensione
di gioia quali preghiere animeranno quest’anno la vostra veglia di Pentecoste?
R.
– La veglia di Pentecoste che vivremo domani a Santa Maria degli Angeli sarà centrata
soprattutto in tre momenti: una prima parte con il rito della luce e la processione
all’esterno della Basilica; poi l’ascolto della Parola e lo schema liturgico proposto
dalla liturgia romana per la veglia di Pentecoste e quindi l’adorazione eucaristica
prolungata anche nella notte.