Abruzzo: lauree ad honorem per gli studenti morti nel terremoto
Il premier Berlusconi spera che il decreto legge sull’Abruzzo possa essere in aula
il 15 giugno e conta su una rapida approvazione. Berlusconi ha parlato durante una
conferenza stampa all'Aquila, in occasione di una visita nelle zone terremotate, sottolineando
che il governo e' ''aperto a eventuali modifiche'' perche', ha detto, ''se ci si saranno
nuove esigenze noi troveremo i fondi''. Alessandro Guarasci
Proprio ieri,
parlando all'Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, il Papa aveva
ricordato la sua recente visita in Abruzzo, rinnovando la sua vicinanza alle popolazioni
terremotate. In proposito, la rifessione dell’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari,
al microfono di Luca Collodi
R. – Un momento
importante del suo discorso è stato proprio il ricordare la sua visita a L’Aquila,
l’incontro con la gente, la sofferenza di queste persone ma anche la dignità di questo
popolo abruzzese aquilano. E' un gesto che ha fatto con il cuore, che ha sentito profondamente.
Ha invitato tutti alla solidarietà e ha ricordato quella già espressa in tanti modo.
Anch’io, quando mi è stato possibile, ho cercato di ricordare a tutti che è un momento
in cui bisogna guardare al fiume di solidarietà nato da questa tragedia. Certo, c’è
sempre qualcosa che non va in modo perfetto, però bisogna saper guardare al positivo
ed il positivo, in questa occasione, pur così tragica, è davvero tanto. Davvero sono
tanti i volontari, tanti i sacerdoti anche venuti da fuori, tanti i vescovi che sono
venuti con i loro gruppi dalle loro regioni. Il Papa ha notato che questa solidarietà
è un fatto reale, bello, positivo, e quindi auguriamoci che questa solidarietà continui.
Ringraziamo il Santo Padre per la sua visita, perché ci ha incoraggiati, perché anche
la sua presenza è stato un motivo per spingere altri all’attenzione nei nostri riguardi
ed alla solidarietà.
D. – Mons. Molinari, a ormai due mesi dal terremoto,
come si vive, oggi, in Abruzzo?
R. – Si vede la gente provata, la gente
sente ancora le ferite di quello che è successo, però è anche piena di speranza. Certo,
anche parlando con qualche responsabile delle tendopoli, vedo che, nei centri più
piccoli, è più facile mantenere uno spirito che unisce la piccola comunità, mentre
nelle tendopoli più grandi, che stanno alla periferia della città, qualche problema
in più c’è ma speriamo che si possa risolvere presto.
D. – Per la fine
dell’estate, arriveranno le case prefabbricate per uscire dalle tende?
R.
– C’è stato detto così. Io credo alla sincerità di queste promesse, credo che tecnici,
politici ed amministratori stiano all’opera per ottenere tutto questo. Mi auguro che
tutti siano proprio uniti in un unico sforzo per arrivare a questo obiettivo, perché
veramente le case sono importanti, soprattutto per chi vive a L’Aquila e conosce il
rigore del freddo aquilano.
D. – Qualcuno sta rientrando nelle case?
R.
– Qualcuno sta rientrando. Penso che, dopo il lavoro dei vigili che hanno controllato
i fabbricati, le case che non hanno subito danni, possono di nuovo essere abitate;
le altre, che hanno subito lievi danni, possono essere rimesse a posto. Certo, permane,
ancora in molti, la paura. Anche in me c’è questa paura, è un fatto umano, comprensibile,
però, auguriamoci che, con il passare del tempo, diminuendo anche lo sciame sismico,
possa ritornare in tutti la voglia di fare una vita normale.
D. – Mons.
Molinari, si farà la festa della Perdonanza, quest’anno, a L’Aquila?
R.
– Io ho detto pubblicamente che si farà alla fine di agosto, il 28 agosto. Mi auguro
che sia, nonostante questa tragedia, una celebrazione bella e che, oltre ad essere
bella in se stessa, come sempre, come gli altri anni, porti tanta speranza nel cuore
di tutti.
D. – Che cosa vi aspettate, infine, dal prossimo G8, dai "Grandi"
che arriveranno a L’Aquila?
R. – La presenza di questi "Grandi" a L’Aquila,
indubbiamente servirà a tenere desta l’attenzione sul nostro territorio, sulla nostra
tragedia. E sono sicuro che da questi "Grandi" che verranno a L’Aquila, verrà qualche
gesto di generosità anche nei confronti della nostra città, dei nostri monumenti,
delle nostre chiese.
D. – I beni culturali aspettano, quindi, la possibilità
di essere adottati dai Paesi del mondo?
R. – Noi speriamo molto in questo
perché certamente, noi da soli, non siamo in grado di farlo. Questo aiuto, che può
venirci dal G8, penso che sarà un aiuto importante. (Montaggio a cura di Maria Brigini)