Spagna: messaggio dei vescovi per la Giornata dell’Azione Cattolica e dell’Apostolato
Secolare
“Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!”: un passo
tratto dalla Lettera ai Romani di San Paolo è il tema scelto dalla Commissione episcopale
spagnola per l’Apostolato secolare (CEAS), in occasione della “Giornata dell’azione
cattolica e dell’apostolato secolare”, che si celebra domenica prossima, 31 maggio,
in coincidenza con la solennità della Pentecoste. “Con questa espressione – scrivono
i vescovi in un messaggio pubblicato per l’occasione – l’Apostolo delle Genti ci presenta
la realtà e la grandezza della missione apostolica. Tra tante cattive notizie di guerra,
emarginazione, difficoltà di un dignitoso sostentamento per tante persone, come apostoli
e come Chiesa abbiamo ricevuto l’incomparabile missione di annunciare all’uomo di
tutti i tempi la Buona Novella, ovvero che Dio ci ama e che Cristo è morto per noi!”.
“Con il soffio dello Spirito Santo, nel giorno di Pentecoste – si legge ancora nel
messaggio – la Chiesa riceve l’incarico di offrire a tutti gli uomini l’annuncio gioioso
dell’amore, della misericordia e della salvezza di Dio”. Facendo poi riferimento a
due documenti pontifici di Giovanni Paolo II, ovvero l’Esortazione apostolica Christifideles
laici e la Lettera apostolica Novo millennio ineunte, i presuli spagnoli ribadiscono
la missione primaria dei cristiani laici, ovvero “aiutare ogni essere umano a scoprire
la propria dignità inviolabile e ad esigere il rispetto dei diritti umani”. Diritti
dei quali fanno parte “il sacro diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale,
il diritto alla libertà di religione e di coscienza, il diritto al lavoro e ad un
tenore di vita dignitoso”. Tuttavia, il messaggio della CEAS sottolinea un punto:
“Insieme alla difesa di questi diritti della persona, i cristiani laici non devono
dimenticare che la difesa e la promozione del matrimonio cristiano e della famiglia
costituiscono il primo campo del loro impegno sociale, tenendo presente il valore
unico e insostituibile della famiglia per lo sviluppo della società e della stessa
Chiesa”. Inoltre, continuano i vescovi, “di fronte ai problemi provocati dallo squilibrio
ecologico, che può rendere inabitabili determinate zone del pianeta, o di fronte ai
problemi della pace, costantemente minacciata dalla caccia al potere, dal terrorismo
e dalle guerre, noi cristiani non possiamo chiudere gli occhi o guardare in un’altra
direzione”. Quindi, il messaggio dei vescovi si sofferma sull’attuale crisi economica
globale, che “colpisce in modo particolare i più deboli della società”: “È compito
preciso di tutti i cristiani – si legge nel documento – denunciare le ingiustizie
sociali, ricercare il bene comune e sostenere l’impegno alla carità di tutti i membri
del popolo di Dio”. In questo modo, però, sottolineano i vescovi, “la Chiesa non pretende
di imporre ai non credenti un’esigenza derivante dalla fede o dalle convinzioni religiose,
bensì vuole difendere un insieme di valori che hanno il proprio fondamento nella natura
stessa dell’essere umano”. Ma come raggiungere un simile traguardo? I presuli spagnoli
dettano, a questo punto, alcune linee-guida: “L’attività missionaria deve iniziare
dallo stile di vita personale e comunitario, il cui centro e fondamento è la meditazione
della Parola di Dio, la frequente partecipazione ai Sacramenti e la contemplazione
del volto di Cristo morto e resuscitato. Il discepolo di Cristo deve stare unito a
Lui, come i tralci alla vite”. Infine, dicendosi “consapevoli delle attuali difficoltà
per l’evangelizzazione”, i vescovi della CEAS ringraziano tutti i cristiani e gli
appartenenti ai movimenti apostolici per la loro testimonianza di fede e per il loro
amore nei confronti della Chiesa. Di qui, l’appello conclusivo contenuto nel messaggio,
perché si guardi “con speranza al futuro e si prosegua nel cammino della conversione
personale e comunitaria al Signore”. (I.P.)