Guatemala: il cardinale Rodolfo Quezada Toruño parla della grave situazione del Paese
Domenica scorsa, alla fine della Santa Messa, l’arcivescovo di Città del Guatemala,
cardinale Rodolfo Quezada Toruño, con riferimento al clima di scontro e confronto
nonché di violenza in atto nella nazione, ha lanciato un forte appello affinché nessuno
“contribuisca, con parole o azioni, ad aumentare la già grave conflittualità sociale
del Paese”. Da alcune settimane dopo l’assassinio di Rodrigo Ronserburg Marzano, importante
avvocato, le tensioni sociali e politiche sono molto aumentate nel Paese, riflettendosi
pesantemente sulla stampa. “Di fronte a questa triste realtà di scontro e polarizzazione”,
per il porporato “è naturale chiedersi sull’atteggiamento che devono assumere le persone
oneste”. “Questo stato di conflitto, osserva l’arcivescovo, è il risultato d’ingiustizie
secolari, dell’emarginazione di grandi settori sociali, dall’esclusione di altri,
da comportamenti razzisti e prepotenti. La verità, e che spesso facciamo fatica ad
ammettere, è che sopravviviamo in una situazione di disuguaglianze abissali nel campo
sociale, culturale ed economico. Mentre una minoranza possiede beni fondamentali in
abbondanza, come l’educazione, la cura della salute, l’alloggio e il lavoro”, d’altra
parte, “sfortunatamente una grande maggioranza non ha questi beni che Dio stesso ha
creato per tutti e non solo come privilegio per coloro che contano”. Il cardinale
Quezada Toruño nelle sue riflessioni ha voluto ricordare anche questa situazione di
per sé già molto preoccupante si è vista ulteriormente aggravata con nuovi fatti di
violenza e con l’impunità. “Quasi tutte le famiglie guatemalteche hanno subìto queste
violenze”, ricorda il porporato che aggiunge: “Siamo un Paese di vedove e orfani,
angosciato e disperato per la mancanza di sicurezza”. Dopo questa descrizione di una
realtà preoccupante il cardinale arcivescovo della capitale del Guatemala chiede che
siano “adottate urgentemente misure audaci affinché la maggiore quantità possibile
di guatemaltechi abbiano accesso ai beni umani” necessari per la “loro realizzazione
come persone dotate di una dignità immensa, a prescindere della propria condizione
sociale”. “E’ assolutamente necessario, spiega il porporato, che un tutti i casi di
violenza, e non solo gli ultimi, si arrivi alla verità e ciò richiede un’indagine
profonda, indipendente, tecnica e imparziale”. Infine, sottolinea il cardinale Quezada
Toruño, “raggiunta la verità occorre punire esemplarmente i responsabili dei crimini”.
A conclusione delle sue riflessioni sulla situazione del Guatemala, l’arcivescovo
ha voluto ricordare le parole di Giovanni Paolo II che rivolgendosi ai guatemaltechi
diceva: “Per evitare qualsiasi tipo di estremismo e consolidare la pace autentica,
non c’è nulla di meglio che restituire la dignità a coloro che soffrono disprezzo,
emarginazione e la miseria”. (A cura di Luis Badilla)