2009-05-25 14:48:06

Il Ceis di don Picchi festeggia i 40 anni di servizio agli ultimi


40 anni al servizio degli ultimi: è la storia del progetto-uomo del Ceis, il Centro italiano di solidarietà, fondato nel 1969 da don Mario Picchi con l’obbiettivo di promuovere la persona umana soprattutto in condizioni di disagio. Ampio il raggio d’azione del Ceis: dal recupero di persone con problemi di droghe ai senza fissa dimora, dalla vicinanza agli extracomunitari alle vittime di comportamenti compulsivi, ai malati di Aids. Compito primario: il recupero sociale, affettivo lavorativo di quelle persone delle quali le strutture “ordinarie” non si occupano e il re-inserimento sociale attraverso una mediazione con il mondo del lavoro e delle relazioni pubbliche. A don Mario Picchi, Paolo Ondarza ha chiesto un bilancio di questi 40 anni di attività:RealAudioMP3

R. – Il Centro italiano di solidarietà non si qualifica soltanto sul problema della droga ma contro tutta l’emarginazione, il disagio, la sofferenza dell’uomo, l’uomo della strada.

 
D. – 40 anni, è tempo di bilanci: un bilancio dell’attività svolta...

 
R. – Abbiamo fatto un grosso, duro lavoro ed anche molto ampio perché siamo partiti dalle strade di Roma per arrivare, ormai, in tutti i continenti dove ci è riconosciuta professionalità ed anche tanta umiltà. Noi non andiamo a fondare delle nuove comunità, andiamo a portare, diciamo, un interesse nuovo sull’uomo: anziché guardare ai problemi, guardiamo all’uomo, anziché guardare alla droga, guardiamo all’uomo.

 
D. – In 40 anni, come sono cambiate le condizioni di disagio delle persone con le quali voi vi trovate?

 
R. – Ci accorgiamo che i problemi di ieri, oggi sono diversi e che i problemi che ieri ci sembravano insormontabili, oggi sono decisamente superabili. Ce ne sono però degli altri che sono nuovi.

 
D. – Quanta attenzione c’è, da un punto politico, nei confronti delle situazioni con le quali voi lavorate?

 
R. – Il nostro pubblico non è un pubblico amato da chi vuol fare carriera politica perché non ti danno dei voti, non ti danno del successo, ti danno solo dei problemi. Fare una scelta di lavorare nel campo del disagio, deve partire dal cuore. Non è che io non abbia fiducia nei politici. Dovremmo riuscire a contemperare la politica con la vita quotidiana delle nostre famiglie. Guardandoci intorno, abbiamo una società che fa un po’ acqua da tutte le parti. Dobbiamo tirarci su le maniche tutti, per fare qualche cosa e farla subito.

 
D. – Un impegno che va dai bambini ai senza fissa dimora, dagli extra comunitari alle vittime di comportamenti compulsivi, ai malati di aids. Come riuscire a stare dietro a tanto disagio?

 
R. – Se lei presenta tutti questi problemi, così elencati, indubbiamente uno scappa. Se lei invece mi presentasse un problema, o il mio vicino di casa o la persona che convive con me in famiglia, allora posso affrontare il problema e posso anche già fare qualcosa, perché domani sia un giorno migliore. Se ciascuno di noi affrontasse un problema, quello che è più vicino a noi, quello dell’onestà, quello di rispettare l’ambiente, lei capisce che le cose cambierebbero fin da oggi, da questa sera. Siamo perdendo delle occasioni che potrebbero, domani, farci rimpiangere di essere scappati oggi, di fronte all’impegno.

 
D. – La nostra società sta scappando dagli impegni?

 
R. – Certo, è una società che guarda molto alle apparenze, manca un po’ di serietà e di professionalità. Io credo che sia necessario chiamare a raccolta tutte le persone di buona volontà. Dobbiamo guardare alle nuove forme di dolore, non dormire sugli allori che abbiamo conquistato. Non possiamo mettere da parte gli anziani, i malati, i bambini, i tossico-dipendenti, i malati mentali. Sono pagine della nostra storia che disturbano un po’ la nostra comodità.

 
D. – Ogni anno, nelle vostre strutture, vengono seguiti oltre mille utenti. Ma io le chiedo – mi rendo conto che è una domanda non facile – se c’è una storia, una persona in particolare che lei ricorda e che, in particolare, vuole condividere con noi?
 R. - Io non ho una storia, ho la storia delle persone che cercano amore e che sanno amare.







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