Emergenza umanitaria in Sri Lanka: allarme dell'Onu
L’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha convocato per domani, una riunione
speciale per l’emergenza umanitaria nello Sri Lanka dopo l’offensiva contro le Tigri
tamil nel nord del Paese. L’agenzia delle Nazioni Unite stima che solo negli ultimi
tre giorni di combattimenti oltre 80mila persone hanno abbandonato la zona di guerra.
Il numero accertato di rifugiati sale quindi a 280-300 mila persone. Circa 230mila
profughi sono ora raccolti in 41 centri di accoglienza sparsi in quattro distretti
della provincia del Nord, i restanti 50mila non sono ancora registrati in nessun centro
di raccolta. L’esercito afferma che tra questi rifugiati sono stati individuate almeno
9100 persone direttamente collegate alle Tigri tamil. Il portavoce dei militari, Udaya
Nanayakkara, ha dichiarato che verranno trasferiti in centri appositi a Vavuniya,
Welikanda e Jaffna per prendere parte al programma di riabilitazione studiato dal
governo. Tra questi - riferisce l'agenzia AsiaNews - ci sono anche diversi bambini
soldato di cui l’esercito non ha fornito il numero. Le condizioni di vita in cui sono
costretti i cosiddetti Internally displaced people (Idp) sono drammatiche. Il Segretario
generale dell’Onu, Ban Ki Moon, ha visitato lo Sri Lanka il 23 maggio. Dopo aver visto
di persona le condizioni degli sfollati nella Manik Farm ha dichiarato: “Ho viaggiato
molto per il mondo e visitato posti simili, ma questa è di gran lunga la scena più
sconvolgente che abbia visto”. Ban Ki Moon ed il presidente Mahinda Rajapkasa hanno
sottoscritto una dichiarazione comune in cui l’Onu assicura “l’assistenza umanitaria
per gli Idp in Vavuniya e Jaffna” mentre il governo di Colombo garantisce l’accesso
alle agenzie umanitarie, gli aiuti di base ai rifugiati, e una soluzione nazionale
del conflitto che coinvolga tutte le parti della società srilankese. (R.P.)