Conclusa a Firenze l'edizione 2009 "Piazza delle lingue" incentrata sul multilinguismo
Si è conclusa a Firenze l’edizione 2009 della “Piazza delle Lingue”, il cui tema quest'anno
era “Esperienze di multilinguismo in atto”. La tre giorni, organizzata dall’Accademia
della Crusca sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica, si è articolata
attraverso conferenze, incontri e spettacoli aperti non solo agli esperti del settore,
ma ad un pubblico assai differenziato. Rosario Tronnolone ne ha parlato con
la prof.ssaNicoletta Maraschio, presidente dell’Accademia della Crusca:
R. - La centralità
della questione della lingua e delle lingue, del confronto interlinguistico e interculturale,
è una centralità indiscutibile ma non tutti se ne rendono conto. Quindi, speriamo
che, anche attraverso questa iniziativa, si riesca a diffondere una maggiore consapevolezza
su questi problemi.
Media e partner di questa edizione della “Piazza
delle lingue” è stata la comunità radiotelevisiva italofona, di cui fa parte come
socio fondatore anche la Radio Vaticana. Dei motivi di questa presenza a Firenze abbiamo
parlato con la segretaria generale della comunità radiotelevisiva italofona,
Loredana Corsero:
R. – Intanto, perché promuoviamo anche
la nostra lingua, l’italiano; l’italiano nel mondo e anche in quel mondo che non parla
solo italiano ma che si interessa all’italofonia e anche all’italofilia. Poi, perché
promuovendo il multilinguismo crediamo che si eviti l’impoverimento della cultura.
La monocultura linguistica è anche una monociviltà e noi crediamo che sia importante
l’incontro tra civiltà e l’incontro, quindi, tra culture.
D. - E’ stato
presentato anche un manifesto per il multilinguismo... R.- Sì,
l’importanza di questo manifesto è duplice. Da una parte perché si rifa al rapporto
di Amin Maalouf, commissionato dal commissario europeo responsabile per il multilinguismo,
Leonard Orban, per parlare di multilinguismo in Europa. Qui la linea guida è: apprendiamo
tre lingue. Una lingua in cui nasciamo, la nostra lingua madre, una lingua di servizio
che, volenti o nolenti, è l’inglese e l’altra è una lingua che vogliamo adottare.
Ognuno di noi adotti una lingua, perché magari ha letto da ragazzo i romanzi russi
e si è innamorato di quelli, o perché ha una fidanzata francese, o perché ama la cucina
spagnola o le vacanze in Grecia! Ognuno di noi adotti una lingua e riusciamo finalmente
a parlare ognuno nella propria lingua e a capire le lingue degli altri. Questo incontro
di Firenze, tra tante situazioni diverse, è stato un momento molto emozionante in
cui si dice che le lingue costituiscono per la comunità un ponte indispensabile tra
il presente il passato e per il futuro. Quindi, un continuum che non si può spezzare
e la politica del multilinguismo svizzero è un po’ un esempio da studiare per tutti
noi. La cosa più importante è che tutte le lingue d’Europa sono patrimonio comune
di tutti i cittadini europei.