La preghiera per i caduti di tutte le guerre nel Cimitero polacco di Montecassino
L’ultimo momento della giornata di Benedetto XVI a Montecassino sarà la visita al
Cimitero polacco dove riposano 1052 soldati caduti nella drammatica battaglia per
espugnare l’altura occupata dalle truppe tedesche, nel maggio del 1944. Si tratta
di una visita breve in forma privata, ma di grande valore simbolico. Il Papa preghierà
per i caduti di tutte le guerre e di tutte le nazioni. Ascoltiamo la prof.ssa Silvana
Casmirri, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Cassino, al
microfono di Alessandro Gisotti:
R. – Questa
visita di Benedetto XVI al Cimitero polacco ha un significato di riconciliazione della
memoria, o meglio delle memorie, perché le memorie della Seconda Guerra Mondiale,
proprio per i contenuti ideologici e fortemente connotati della guerra stessa, sono
spesso state memorie divise. Invece, attraverso questa visita di un Papa tedesco ad
un cimitero polacco, che è stato, come è noto, già visitato anche dal Papa precedente,
Giovanni Paolo II, io credo che questa drammatica storia del ‘900 giunga ad un momento
di riflessione e di metabolizzazione più profonda. D. – Dopo
la visita ad Auschwitz nel 2006, allo Yad Vashem pochi giorni fa, ora il Cimitero
polacco di Montecassino. Proprio come Giovanni Paolo II, anche Benedetto XVI sottolinea
la necessità di una purificazione della memoria ... R. – Lei
ha menzionato delle esperienze che si inscrivono tutte in quella drammatica totalizzante
esperienza della Seconda Guerra Mondiale. Evidentemente è un passato che non passa.
Pensiamo poi anche agli aspetti della deportazione. Tutto questo ha un quadro comune,
il quadro della Seconda Guerra Mondiale. Un Papa che percorre i luoghi dove questa
memoria è depositata, interiorizzata anche da chi è sopravvissuto, o dalle nazioni
e dai popoli che hanno vissuto sulle loro spalle gli effetti devastanti della guerra,
ha un significato tendente a ristabilire una circolarità del messaggio cristiano all’interno
di una esperienza novecentesca, che è stata devastante. D. –
In questi giorni si è celebrato il 65.mo anniversario della battaglia di Montecassino.
Come salvare la memoria di questo evento con il trascorrere degli anni? R.
– Si deve agire su più fronti. Le scuole devono avere un ruolo molto importante in
questo. Poi Cassino, e anche la comunità benedettina, hanno una grande tradizione
alle spalle, che deve continuare a portare avanti, una mirabile tradizione di giornate
per la pace, gemellaggi con altre città, vittime di distruzioni totalizzanti nella
Seconda Guerra Mondiale. Insistere sulla pace, in tempi in cui le guerre sono ormai
a livello diffuso, endemiche, in questo mondo globalizzato, è l’unico modo per educare
i sentimenti e le coscienze.