Attentato alla cattedrale di Kathmandu: testimonianza di un sacerdote
“L’incidente ha scosso l’intera comunità cristiana”. È questo il primo commento di
padre Shilas Bogati, il sacerdote che officiava le preghiere del mattino, alla presenza
di oltre 350 persone, quando ieri è esplosa la bomba nella cattedrale dell’Assunzione,
alla periferia di Kathmandu, uccidendo due donne, di 15 e 30 anni, e causando molti
feriti, anche gravi. Un testimone oculare ha riferito ad Asianews, che a piazzare
l’ordigno sarebbe stata una donna di mezza età, vestita di nero. “Circa sette mesi
fa – continua il sacerdote – abbiamo ricevuto una telefonata minatoria, in cui ci
veniva chiesto di fermare le attività e chiudere gli istituti cristiani. In caso contrario
avremmo subito pesanti conseguenze”. Una minaccia non presa in grande considerazione,
spiega, sebbene siano state informate le forze di sicurezza. L’autore del gesto sarebbe
un esponente del Nepal Defence Army (Nda), movimento legato al fondamentalismo indù
che ha rivendicato l’attentato di ieri. Sui volantini lasciati dagli attentatori,
una serie di rivendicazioni che portano la firma di R.K. Mainali, presidente del Nda,
chiedono la nascita di uno Stato indù in Nepal e avvertono tutte le Ong e gli stranieri
di “non interferire” con le questioni interne del Paese. L’attentato è stato condannato
con forza da diversi leader religiosi, fra i quali il vertice della comunità induista
nepalese. Nel frattempo l’Assemblea Costituente ha eletto il nuovo premier del Nepal:
è Madhav Kumar Nepal, figura di primo piano del Communist Party of Nepal- United Marxist
and Leninist (CPN-UML). Era l’unico candidato in lizza per il ruolo di premier del
Paese. Ora dovrà formare la nuova squadra di governo, che sarà composta da uomini
del Nepali Congress, CPN-UML, Madhesi Rights Forum e altri partiti minori. (S.G.)