Mons. Celli e padre Lombardi sulla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
Si celebra domani la 43.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si svolge
quest’anno – come dice il titolo del Messaggio del Papa – al tema: "Nuove tecnologie,
nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia." Proprio
in questi giorni è stato lanciato sul web "Pope2you", il nuovo portale vaticano dedicato
alla "generazione digitale“. Ma sul Messaggio del Papa ascoltiamo, al microfono di
Philippa Hitchen, l'arcivescovo Claudio Maria Celli presidente del Pontificio
Consiglio delle Comunicazioni Sociali:
R. – Un tono
particolare di questo messaggio è che è indirizzato principalmente, anche se non esclusivamente,
alla “digital generation”, alla generazione digitale. In America circola un libro
molto interessante, proprio intitolato “Born Digital”, cioè coloro che sono nati nell’era
digitale. Le persone della mia età sono state importate nel mondo digitale: i giovani,
no. I giovani sono nel loro ambiente ed è innegabile che il Papa guarda con simpatia
a questo momento, e riconosce che queste giovani generazioni hanno un ruolo da giocare
nel mondo, e nel mondo digitale. Anzi, il testo – nel suo ultimo paragrafo – è indirizzato
ai giovani cattolici, e domanda ai giovani cattolici di essere messaggeri della buona
notizia proprio nell’ambiente digitale, in questa cultura digitale che nasce e cresce
con le nuove tecnologie.
D. – Quindi è un messaggio
ai giovani, un messaggio estremamente attuale. Eppure, guarda indietro agli istinti
innati degli esseri umani a comunicare, a connettersi l’uno con l’altro…
R.
– Direi che il Papa dà una lettura – mi permetta il termine – teologica di questo
desiderio innato nell’uomo. Il Papa dice chiaramente che questo desiderio di comunicazione
e di amicizia è radicato nella nostra natura stessa di esseri umani e, alla luce del
messaggio biblico, il Papa riconosce che questo desiderio profondo di comunicazione
e di amicizia è il riflesso della nostra partecipazione al comunicativo e unificante
amore di Dio che vuol fare dell’intera umanità un’unica famiglia. E qui direi che
è molto bello il contributo del Papa in questa prospettiva. Aiuta l’uomo a capire
che questo desiderio di comunicazione non è altro che il riflesso del fatto che siamo
creati a immagine di Dio. E dal messaggio biblico, noi ricaviamo che il nostro Dio
è un Dio che comunica, è un amore che si comunica. E se noi siamo creati ad immagine
di Dio, è innegabile: questo desiderio di comunicazione, questo desiderio di creare
rapporti di conoscenza, di comprensione, di amicizia, di solidarietà nascono proprio
dal nostro fondamento creaturale. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
Sul
Messaggio del Papa ecco la riflessione di padre Federico Lombardi per Octava
Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Il bellissimo
messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di quest’anno
tocca un punto strategico e cruciale nella realtà del mondo della comunicazione in
rapido sviluppo: “Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto,
di dialogo, di amicizia”. Benedetto XVI – o meglio BXVI, come si chiama di solito
in questo mondo particolare – si rivolge anzitutto ai giovani, alla cosiddetta “generazione
digitale”, sfidandola a vivere la propria crescita e il proprio impegno umano e spirituale
anche nella dimensione comunicativa caratterizzata dalle nuove tecnologie, che tiene
tanto posto nelle sue giornate. Anche qui, infatti, la fede cristiana deve essere
“inculturata”, presente come annuncio e stile di vita e di rapporti.
Ma
non è facile. Il rischio di limitarsi al gioco, di perder tempo, di fuggire dalla
realtà e rimanere alla superficie, incombe. Per parte sua BXVI, quando parla ai giovani,
ad esempio nelle Giornate Mondiali della Gioventù, insiste nel voler comunicare loro
contenuti solidi, consistenti e articolati, che richiedono impegno per essere assimilati
ancor prima di essere tradotti in vita. Dunque: far passare il sostanziale attraverso
il virtuale è una bella sfida. Ci riusciranno i nostri giovani? Riusciremo ad accompagnarli
in questa avventura? Speriamo proprio di sì. Ma non dobbiamo restare vittime del fascino
degli straordinari successi tecnologici, dobbiamo continuare a distinguere possibilità
e limiti, e continuare a cercare allo stesso tempo nella profondità quel solido terreno
del rapporto vitale con Dio e con gli altri su cui edificare per davvero una cultura
di rispetto, di dialogo e di amicizia.