Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Nella Solennità dell’Ascensione la Liturgia ci propone il passo del Vangelo secondo
Marco che racconta questo evento. Gesù risorto appare ai discepoli inviandoli in tutto
il mondo a proclamare la Buona Novella a ogni creatura.
“Il Signore Gesù,
dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora
essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro
e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”.
Su
questa Solennità ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti,
docente di Cristologia all'Università Lateranense:
Grande è
il Mistero della Ascensione di Gesù al Cielo! E quanto più grande è l’opera di Dio
che in esso si compie, tanto più forte è la nostra implicazione in esso.
Scrive
San Leone Magno al riguardo: “L’intera esistenza cristiana si fonda e si eleva su
un’arcana serie di azioni divine mediante le quali Dio rivela [cioè partecipa] i suoi
prodigi” (Serm., 2).
San Paolo considera quel che
è avvenuto “in Cristo” con la Risurrezione e l’Ascensione come qualcosa di cui siamo
già stati resi partecipi: “Il Padre ... ci ha trasferiti nel regno del Figlio del
suo amore” (Col 1, 13). Il Padre “ci ha fatto sedere nei Cieli, in Cristo Gesù” (Ef
2, 6).
“Secondo questa economia delle opere divine
- scrive ancora San Leone - sono state gettate le nostre fondamenta, noi siamo stati
edificati” (Serm., 74). Ed aggiunge: “E’ nobile contrassegno delle anime fedeli il
credere senza esitazione le cose che non si vedono con visione corporea e ivi fissare
il desiderio ove non puoi spingere lo sguardo” (ibidem).
Con
l’Ascensione noi veniamo ad essere “in Lui” in modo diverso ed Egli opera con noi
in modo prima sconosciuto. “Egli agiva insieme con loro” (20).