Finale della Clericus Cup: vincono i neocatecumenali del Redemptoris Mater
Si è conclusa 1 a 0 la Finale della Clericus Cup, il campionato di calcio per religiosi
e seminaristi di tutto il mondo organizzato dal Centro Sportivo Italiano. Palla gol
per Davide Tisato, numero 17 giallo-blu, il capitano veronese della squadra neocatecumenale
del Redemptoris Mater: doveva entrare nelle giovanili del Chievo, ma poi è arrivata
la vocazione. Dal bordo campo, mons. Claudiano Strazzari, rettore del Redemptoris
Mater non ha esitato, alla conclusione del match, a stringere tra le mani la Coppa
con il Saturno. I North American Martyrs hanno dovuto assaporare una doppia sconfitta:
il secondo posto in classifica e la perdita del titolo di capocannoniere della Clericus
Cup 2009. Fine di un sogno per Joao Kalevski, bomber brasiliano dei North American
Martyrs che, con 11 reti, sperava oggi di sorpassare il rwandese Edouard Sinayoby
del Collegio San Paolo, fermo a 12 segnature. Al terzo posto il Mater Ecclesiae che
ha battuto per 2 a 0 il Collegio Urbano. Al termine del match, alla presenza dei quattro
rettori dei seminari finalisti si sono svolte le premiazioni che quest’anno vogliono
onorare l’Anno Paolino indetto da Benedetto XVI per ricordare il bimillenario dell’Apostolo
delle Genti. Premiati anche alcuni sacerdoti, allenatori e calciatori per il merito
di aver incarnato le quattro virtù cardinali: il premio “prudenza” è stato consegnato
al portiere del North American Martyrs, Gannon Jones; “fortezza” al centrocampista
messicano del Mater Ecclesiae Rodolfo Garcia; “giustizia” all’allenatore del Collegio
San Paolo Don Simone Kim; “temperanza” all’allenatore e giocatore del Collegio Urbano
e vice-rettore del Pontificio Collegio Urbano, don Emile Tibongue. Sono 386 i religiosi
e i seminaristi coinvolti nell’edizione 2009 della Clericus Cup, provenienti da 69
Paesi dei cinque continenti. Gli italiani sono i campioni di presenze, con 72 atleti,
seguiti dai messicani con 46, dagli statunitensi con 21, seguiti infine da colombiani
e brasiliani. (A.D.G.)