2009-05-23 14:27:44

Celebrate al Verano le esequie di Irio Ottavio Fantini, l'artista della Radio Vaticana scomparso ieri all'età di 65 anni


Si sono svolti questa mattina i funerali di Irio Ottavio Fantini, spentosi ieri a Roma all’età di 65 anni. Per un trentennio, Irio ha lavorato alla Radio Vaticana divenendo noto anche in campo internazionale per le sue grandi doti di illustratore, autore di bozzetti filatelici e per i suoi ritratti dei Papi. Le esequie sono state concelebrate questa mattina, fra gli altri, dal direttore generale dell’emittente pontificia, padre Federico Lombardi, e dal cardinale Roberto Tucci, all’interno della Cappella “Pia Unione” del Cimitero del Verano della capitale. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

(musica)

 
Un uomo cordiale, pieno di entusiasmo, che non sarà mai dimenticato perché le opere che ci ha lasciato continueranno a raccontare la bellezza della sua creatività. E’ il personale e commosso “tassello” che padre Federico Lombardi ha aggiunto al ricordo che in molti hanno composto di Irio Ottavio Fantini, durante la cerimonia delle esequie. Le parole di Padre Lombardi si sono aggiunte a quelle pronunciate all’omelia da padre Lech Rynkiewicz, responsabile dell’Ufficio promozione della Radio Vaticana nel quale Irio lavorava. Padre Lombardi ha ricordato anche gli istanti di emozione, alcuni anni fa, suscitati nei colleghi della Radio dalla voce di Irio, diffusa nella sala dove tutti erano radunati per l’annuale cerimonia di attribuzione delle onorificenze per meriti di servizio. Irio era uno degli insigniti di quella giornata e la sua era la voce provata di un uomo che stava lottando contro il suo male, ma anche la voce di un collega che la malattia non aveva potuto far tacere in un giorno tradizionalmente significativo per la comunità di lavoro dell’emittente. “Adesso - ha concluso padre Lombardi - non abbiano più fili e onde a collegarci, ma saremo sempre in comunicazione, come sempre ricorderemo l’esempio del suo impegno e del suo coraggio”.

 
Questo il “ritratto” di Irio, dipinto dai suoi amici e colleghi. E il ritratto era una delle specialità nelle quali rifulgeva il suo nitido talento. Chiunque entri nella Sala Marconi della Radio Vaticana non può non rimanere ammirato nell’osservare il grande quadro sulla parete di fondo: in esso, uno dopo l’altro, si susseguono come un’onda i visi dei Papi che hanno segnato l’era radiofonica all’ombra di San Pietro, ma è soprattutto il realismo “fotografico” dei loro volti - colti e fissati ciascuno in una delle loro espressioni più tipiche - a colpire chi guarda e a evidenziare la maestria di una pennellata del tutto immune dal rischio di molta ritrattistica celebrativa: quella di dipingere “maschere” piuttosto che persone. Irio Ottavio Fantini è stato un grande maestro dei ritratti della nostra epoca, sempre “vivi” sia gigantografati su una tela, che miniaturizzati nel bozzetto di un francobollo. Dozzine e dozzine di suoi disegni sono stati trasformati in piccole opere d’arte filatelica, come ben sanno i collezionisti di mezzo mondo, che grazie al “pittore del Vaticano” - come tanti comunemente chiamavano Irio - conservano emissioni dell’Ufficio filatelico della Santa Sede, ma anche francobolli realizzati per il Principato di Monaco e altri Stati, a conferma dell’apprezzamento internazionale di cui godeva l’artista e che alcuni anni fa gli aveva ottenuto il premio forse più prestigioso del settore, il “Cavallino d’Oro” per la migliore opera originale riguardante la serie vaticana “I Papi e gli Anni Santi 1300-2000”.

 
Del resto, le capacità di Irio Fantini - sposato con Adriana - si erano affinate nel mondo del cinema e del teatro, dove aveva lavorato come costumista e scenografo, realizzando manifesti per importanti film (ricordiamo "I ragazzi del coro" di Robert Aldrich, "Gran bollito" di Renzo Bolognini, "Caligola" di Renzo Rossellini). Talvolta scultore e molto più spesso grafico e illustratore - ricordiamo, tra gli ultimi, i 50 disegni per “Roma in valigia”, di Fabio Della Seta, esposti al Museo di Roma, alcuni dei quali poi donati allo stesso Museo - Irio aveva avuto il dono di una poliedricità che non si esauriva nell’ingegno che ogni volta guidava le sue mani su una delle piste dell’arte. Irio usava anche lo strumento della voce per comunicare, dai microfoni della Radio Vaticana, pensieri filtrati attraverso le pagine dei grandi autori che faceva rivivere al microfono. Lo ascoltiamo per qualche secondo in una registrazione tratta da “I misteri” di Charles Peguy, una pagina che parla dell’angoscia di Gesù sulla croce insieme al grido disperato dei due ladroni:

 
“Gridò più di un dannato, la spaventosa angoscia (…) clamore che stonò come bestemmia divina. Tutto era consumato (...) Così i ladroni non gettarono che un grido che si spense nella notte. E Lui gettò il grido che risuonerà sempre, eternamente, sempre. il grido che non si spegnerà mai, in nessuna notte, in nessuna notte del tempo e dell’eternità”.
 
Anche questo, per il Maestro di ritratti Irio Fantini, era un modo di ritrarre i valori nei quali credeva e che lo hanno sostenuto negli ultimi anni di lotta, dove bellezza e dolore si sono sfidati fino all'ultima notte. Il “pittore del Vaticano” ha smesso di dipingere ma ci ha lasciato il ritratto più bello, il suo.

 
(musica)







All the contents on this site are copyrighted ©.