Si è spento Irio Fantini, grande illustratore e ritrattista di Papi, che ha legato
alla Radio Vaticana gran parte della sua vita artistica
Da questa notte, la Radio Vaticana piange la scomparsa di un collega e di un amico,
che in trent’anni di lavoro nell’emittente pontificia si era fatto apprezzare per
il suo multiforme talento artistico. All’età di 65 anni si è spento a Roma, dopo una
lunga malattia, Irio Ottavio Fantini, conosciuto non solo nel mondo Vaticano ma anche
in quello italiano e internazionale per i suoi numerosissimi lavori come ritrattista
di Papi, illustratore, autore di pregevoli bozzetti filatelici celebrativi. Alessandro
De Carolis ne traccia un ricordo in questo servizio:
(musica) Una
delle specialità nelle quali rifulgeva il suo nitido talento era il ritratto. Chiunque
entri nella Sala Marconi della Radio Vaticana non può non rimanere ammirato nell’osservare
il grande quadro sulla parete di fondo: in esso, uno dopo l’altro, si susseguono come
un’onda i visi dei Papi che hanno segnato l’era radiofonica all’ombra di San Pietro,
ma è soprattutto il realismo “fotografico” dei loro volti - colti e fissati ciascuno
in una delle loro espressioni più tipiche - a colpire chi guarda e a evidenziare la
maestria di una pennellata del tutto immune dal rischio di molta ritrattistica celebrativa:
quella di dipingere “maschere” piuttosto che persone. Irio Ottavio Fantini è stato
un grande maestro dei ritratti della nostra epoca, sempre “vivi” sia gigantografati
su una tela, che miniaturizzati nel bozzetto di un francobollo. Dozzine e dozzine
di suoi disegni sono stati trasformati in piccole opere d’arte filatelica, come ben
sanno i collezionisti di mezzo mondo, che grazie al “pittore del Vaticano” - come
tanti comunemente chiamavano Irio - conservano emissioni dell’Ufficio filatelico della
Santa Sede, ma anche francobolli realizzati per il Principato di Monaco e altri Stati,
a conferma dell’apprezzamento internazionale di cui godeva l’artista e che alcuni
anni fa gli aveva ottenuto il premio forse più prestigioso del settore, il “Cavallino
d’Oro” per la migliore opera originale riguardante la serie vaticana “I Papi e gli
Anni Santi 1300-2000”. Del resto, le capacità di Irio Fantini
- sposato con Adriana - si erano affinate nel mondo del cinema e del teatro, dove
aveva lavorato come costumista e scenografo, realizzando manifesti per importanti
film (ricordiamo "I ragazzi del coro" di Robert Aldrich, "Gran bollito" di Renzo Bolognini,
"Caligola" di Renzo Rossellini). Talvolta scultore e molto più spesso grafico e illustratore
- ricordiamo, tra gli ultimi, i 50 disegni per Roma in valigia, di Fabio Della Seta,
esposti al Museo di Roma, alcuni dei quali poi donati allo stesso museo - Irio aveva
avuto il dono di una poliedria che non si esauriva nell’ingegno che ogni volta guidava
le mani su una delle piste dell’arte. Irio usava anche lo strumento della voce per
comunicare, dai microfoni della Radio Vaticana, pensieri filtrati attraverso le pagine
dei grandi autori che faceva rivivere al microfono. Lo ascoltiamo per qualche secondo
in una registrazione tratta da “I misteri” di Charles Peguy, una pagina che parla
sull’angoscia di Gesù sulla croce insieme al grido disperato dei due ladroni: “Gridò
più di un dannato, la spaventosa angoscia (…) clamore che stonò come bestemmia divina.
Tutto era consumato (...) Così i ladroni non gettarono che un grido che si spense
nella notte. E Lui gettò il grido che risuonerà sempre, eternamente, sempre. il grido
che non si spegnerà mai, in nessuna notte, in nessuna notte del tempo e dell’eternità”.
Anche questo, per il Maestro di ritratti Irio Fantini, era un modo di
ritrarre i valori nei quali credeva e che lo hanno sostenuto negli ultimi anni di
lotta, dove bellezza e dolore si sono sfidati fino a questa notte. Il “pittore del
Vaticano” ha smesso di dipingere ma ci ha lasciato il ritratto più bello, il suo. (musica)