2009-05-22 15:24:22

Il bilancio della Chiesa locale sulla visita del Papa in Terra Santa


“Un successo”: così, durante una conferenza stampa tenutasi al Centro Notre Dame di Gerusalemme, il Patriarca Latino, Fouad Twal e il nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina, mons. Antonio Franco, hanno definito il pellegrinaggio di Benedetto XVI in Terra Santa, svoltosi dall’8 al 15 maggio. Il Santo Padre, ha detto mons. Twal, “ha voluto incoraggiare i cristiani del mondo intero a seguire il suo esempio, e a venire in pellegrinaggio in Terra Santa, per pregare, per entrare in contatto con le comunità locali, in modo da pregare per noi e con noi, pregare insieme per la pace e per tutti gli abitanti della regione”. “Il Papa si è fermato ad ascoltarci – ha continuato il Patriarca latino di Gerusalemme - e ci ha rivolto il suo messaggio. Tocca a noi, adesso, riprendere in mano i suoi discorsi e le sue omelie, con calma, per poterli assorbire, e per poterli vivere pienamente”. Dal suo canto, mons. Franco si è soffermato sulla delicata questione politica: “ “Il Santo Padre ha ricordato molto chiaramente il diritto di Israele a vivere in sicurezza nel proprio paese. Si riconosca il diritto di Israele e si riconosca il diritto dei palestinesi ad avere una patria, uno Stato, in modo che si giunga a una pace stabile in questa parte di mondo”. Quanto al ruolo della Chiesa nel conflitto israelo-palestinese, il nunzio apostolico ha specificato: “Non è certamente un ruolo diretto, ma alla Chiesa spetta di formare, di educare alla pace e al rispetto. Le spetta di rendere le persone capaci di accettarsi a vicenda, di perdonarsi, di creare delle nuove possibilità, in modo da creare le precondizioni alla pace, sostenendo gli sforzi positivi e tentando di vincere la rassegnazione e la passività”. Tra gli altri temi affrontati durante la conferenza stampa, anche quello del dialogo interreligioso ed ecumenico: “Il Santo Padre – ha affermato mons. Twal - è stato felice di constatare che esiste una volontà di dialogo tra tutte le religioni, è stato contento di trovare una buona disposizione”. Quanto al dramma della Shoah, mons. Franco ha sottolineato che “se ci addentriamo veramente nel pensiero del Papa, non possiamo desiderare di più del messaggio che egli ci ha lasciato sulla Shoah”. Ha detto ‘Mai più’. La sua riflessione sul nome, allo Yad Vashem è la più bella riflessione che poteva fare per parlarci del dovere della memoria”. Quindi ha concluso: “Abbiamo ricevuto una grazia e un dono del Signore, e abbiamo visto la mano di Dio”. (I.P.)







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