Domenica il Papa a Montecassino sulle orme di San Benedetto
Benedetto XVI sulle orme del Patrono del suo Pontificato: domenica il Papa visiterà
la diocesi di Montecassino. Una visita pastorale di un giorno che vivrà diversi momenti
particolarmente significativi. Stamani, la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato
il programma del viaggio su cui ci riferisce da Cassino il nostro inviato Alessandro
Gisotti:
“Benvenuto
Santo Padre”: è la scritta che campeggia sulle bandiere bianco-gialle che adornano
i balconi affacciati sulla piazza Miranda di Cassino. Proprio qui, domenica prossima
alle ore 10.15, il Papa celebrerà la Messa nella Solennità dell’Ascensione. A suggellare
l’importanza della visita, il comune cassinate ha deciso di intitolare la Piazza a
Benedetto XVI. Dopo la recita del Regina Coeli, il Papa si trasferirà in auto all’Abbazia
di Montecassino, ma prima di arrivare al Monastero benedettino sosterà alla Casa della
Carità di Cassino, che verrà inaugurata proprio dal Santo Padre. Il Papa pranzerà
dunque nell’Abbazia e alle 16.30 saluterà la Comunità monastica ed alcuni organizzatori
della visita. Quindi, alle 17, il momento tanto atteso della celebrazione dei Vespri,
nella Basilica abbaziale, a cui prenderanno parte abati benedettini, monaci e monache
di tutto il mondo. La giornata di Benedetto XVI a Montecassino si concluderà con una
visita in privato al cimitero polacco. Momento particolarmente significativo, giacché
cade nel 65.mo anniversario della battaglia di Montecassino e della distruzione dell’Abbazia
durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Papa partirà in elicottero alle 18.30 per arrivare
in Vaticano attorno alle 19. Fin da quando era cardinale, Joseph
Ratzinger ha sempre messo l’accento sull’attualità dell’opera di San Benedetto. In
particolare, il Papa ha indicato nel Santo di Norcia un riferimento sicuro per l’Europa
alla ricerca della propria identità. Per una riflessione sull’importanza di Montecassino
e sul contributo che ancora oggi l’Ordine di San Benedetto può dare al Vecchio Continente,
il nostro inviato a Montecassino, Alessandro Gisotti, ha intervistato dom
Guido Innocenzo Gargano, priore del monastero di San Gregorio al Celio:
R. – C’è
un Montecassino ideale e uno reale. Il Montecassino ideale si rifà alla Regola di
San Benedetto, alla proposta del modello “Benedetto” e, soprattutto, a Gregorio Magno
che ha spiegato questo modello alla gente semplice, sottolineando l’importanza della
Regola di San Benedetto con tutta la sua attenzione alla persona, con la discrezione
a non esagerare mai, col suo “romano equilibrio” che è proprio della Regola di San
Benedetto. Non a caso, la Regola di Benedetto è stata sintetizzata nella tradizione
con le due parole: “Ora et labora”. Cosa c’è all’origine di questo? C’è un’attenzione
alla totalità dell’uomo. Il punto di riferimento è il famoso Concilio di Calcedonia
in cui, a proposito della persona di Gesù, si sottolinea che è perfettamente Dio e
perfettamente uomo. In analogia a questo, l’uomo ha una dimensione totalmente divina
e totalmente umana. Questo è ciò che ha proposto Montecassino, questo è ciò che ha
proposto San Benedetto nella sua Regola e questo è ciò che ha posto Gregorio Magno
descrivendoci teologicamente la figura di Benedetto. D. – E’
questa straordinaria sintesi, “Ora et labora”, il contributo più duraturo che San
Benedetto e il monachesimo hanno dato all’Europa guardando anche all’Europa di oggi
un po’ smarrita? R. – Direi che i monaci hanno costruito l’Europa
con due strumenti: lo strumento dell’aratro e lo strumento dello stilo. Lo stilo,
inteso come penna, per trasportare da un codice all’altro parole significative che
avrebbero nutrito la storia. Significa che le due cose vanno sempre insieme. Assieme
con lo stilo e con l’aratro c’è il primato dell’Opus Dei, inteso come riferimento
all’opera salvifica compiuta unicamente dal Signore. Queste cose mi sembrano fondamentali
e su queste cose è stata costruita l’Europa. In questo senso possiamo anche dire che
laddove è arrivato il monachesimo di Benedetto è arrivata la tecnica ed è arrivata
anche la sapienza che viene dalla meditazione quotidiana della parola, sintetizzata
nella cosiddetta “lectio divina”. D. - Abbiamo bisogno di uomini
come Benedetto che in un tempo di decadenza riuscì a formare un mondo nuovo. Come
raccogliere la celebre esortazione che l’allora cardinale Ratzinger pronunciò a Subiaco
pochi giorni prima della sua elezione alla Cattedra di Pietro? R.
– Proprio in questa identificazione col messaggio ultimo della proposta pasquale di
Cristo. Non è una Chiesa di trionfi che stiamo perseguendo ma è una proposta portata
in profondità, che l’uomo si renda conto di essere questa invocazione verso il Signore
con la certezza che se invoca il Signore, Lui risponderà!