2009-05-21 15:26:24

La Chiesa di Barcellona contro il disegno di legge sull’aborto


Il disegno di legge sull'aborto approvato dal Consiglio dei Ministri spagnolo il 14 maggio scorso non riconosce il diritto alla vita, non propone alcuna alternativa all'aborto e rinuncia a educare all'autentico senso della sessualità. Così recita il lapidario intervento della Delegazione per la pastorale familiare dell'arcivescovado di Barcellona che si unisce al coro di proteste contro la controversa riforma dell’aborto che sta per essere varata dal governo Zapatero. Secondo il comunicato diffuso dalla delegazione il testo di legge è “contrario alla dignità della persona umana e al diritto inviolabile del feto di nascere”. Oltre a questo, “interferisce e lede il diritto e il dovere dei genitori nei confronti dei figli” permettendo alle minorenni di abortire senza il consenso dei genitori, denuncia la nota, riportata dalla Zenit. “Non è possibile costruire il bene comune senza riconoscere e tutelare il diritto alla vita - si legge ancora nel testo –, e spetta alla società e ai suoi dirigenti creare le condizioni necessarie perché non solo si rispetti, ma si ami la vita”. La proposta del Governo spagnolo, continua la nota, “non offre alcuna risorsa che aiuti la madre ad accettare la maternità e la liberi dal trauma che implica decidere l'eliminazione della vita di chi deve nascere”. “I politici non la possono giustificare dicendo che altre società la accettano”. “Non è mai lecito distruggere quello che è già un essere indipendente dalla madre”. La Delegazione dell’arcivescovado punta poi il dito contro il pensiero comune che vuole l’aborto come un diritto inalienabile di una società progressista, ma in realtà è “la conseguenza della rinuncia a vivere e a trasmettere il valore più importante della persona”. Per la Delegazione per la pastorale familiare, “proporre l'aborto come soluzione per limitare la natalità è negare il fatto evidente dell'esistenza del figlio; è un attentato contro la vita con la scusa della legalità”. Anche l'arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Lluís Martínez Sistach, ha dichiarato al canale televisivo catalano TV3 che il disegno di legge “va contro la Costituzione” e presuppone “la totale mancanza di difesa della vita”. Quanto al riconoscimento del diritto di abortire alle minori di 16 anni, ha sottolineato che “gli adolescenti sono meno maturi di prima” e si è chiesto che posto resti alla patria potestà. Per il vescovo di Sigüenza-Guadalajara, il dibattito non dovrebbe concentrarsi sulla capacità di una minorenne di decidere di abortire, ma sul fatto che, se la proposta del governo diventasse legge, “si potrà abortire senza alcun motivo, il che è gravissimo”. Nel corso di una conferenza stampa sulla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, monsignor José Sánchez ha sottolineato che, dal concepimento, “è già determinato ciò che sarà l'essere umano, è meraviglioso e lo dice la scienza”. Allo stesso modo, ha affermato che “i Governi dovrebbero assicurarsi di fare politiche che difendano le donne incinte”. Sul fronte politico, il Partito Popolare, principale partito di opposizione, ha annunciato che ricorrerà contro il disegno di legge presso il Tribunale Costituzionale, e anche alcuni membri del Partito socialista, attualmente al potere, hanno criticato alcune parti del testo. Da parte sua, il Ministro responsabile del progetto, Bibiana Aído, parlando alla radio SER si è riferita a un feto di 13 settimane come a “un essere vivo, chiaro, ma non possiamo parlare di essere umano perché questo non ha alcuna base scientifica”. Queste dichiarazioni hanno alimentato un nuovo vespaio di polemiche e numerose persone, anche attraverso internet, hanno chiesto al Ministro di spiegare a che specie apparterrebbe questo essere vivo. (M.G.)







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