2009-05-20 15:32:15

Swat: aiuti Caritas ai profughi


Caritas Pakistan, con l’aiuto dei vari partner internazionali, è in prima fila nell’assistenza ai “due milioni di profughi in fuga dalla guerra” fra esercito e talebani nella valle di Swat. E’ quanto afferma ad AsiaNews mons. Jospeh Coutts, vescovo di Faisalabad e direttore nazionale di Caritas Pakistan. Il presule sottolinea la “prudenza” con la quale vengono forniti gli aiuti perché la zona “non è sicura” e non si vuole offendere la sensibilità di persone “di fede religiosa diversa”. “La nostra missione – aggiunge mons. Joseph Coutts – è di fornire aiuto, amore e assistenza a quanti vivono nel bisogno, come ci ha insegnato Gesù Cristo”. Mons. Coutts rende anche noto che sinora sono stati forniti 300 materassi e 25 ventilatori nei campi profughi di Mardan, nella North-West Frontier Province (Nwfp). I rifugiati provengono da aree montuose e il caldo torrido dell’estate pakistana – dove si toccano punte di 50 gradi – potrebbe “aggravare l’emergenza”. Al momento, i centri di accoglienza governativi di Sheikh Shahzad e Sheikh Yaseen ospitano circa 20 mila persone e il numero “cresce di giorno in giorno”. “Caritas Pakistan con l’aiuto dei partner internazionali - spiega il vescovo – sta inviando nella zona 2 mila tende per ospitare piccoli nuclei familiari”. Il presule aggiunge che le minoranze religiose sono le più vulnerabili, perché colpite dalla guerra e vittime di abusi e vessazioni. La minoranza sikh è costretta a versare la jizya – tassa che i non-musulmani devono fornire alla comunità islamica –  e famiglie cristiane “vengono cacciate dai campi profughi perché i musulmani non vogliono stare con loro”. Anche per questo Caritas Pakistan si muove “con prudenza”. Sul terreno, intanto, continuano i combattimenti fra esercito e talebani in varie aree della zona di Malakand. A Islamabad è in corso una riunione del governo presieduta dal premier Yousaf Raza Gilani. Al centro dell’incontro ci sono questioni legate alla sicurezza nelle aree tribali, alle operazioni militari nello Swat e i prossimi interventi a favore dei rifugiati. (A.L.)







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