Caritas Pakistan, con l’aiuto dei vari partner internazionali, è in prima fila nell’assistenza
ai “due milioni di profughi in fuga dalla guerra” fra esercito e talebani nella valle
di Swat. E’ quanto afferma ad AsiaNews mons. Jospeh Coutts, vescovo di Faisalabad
e direttore nazionale di Caritas Pakistan. Il presule sottolinea la “prudenza” con
la quale vengono forniti gli aiuti perché la zona “non è sicura” e non si vuole offendere
la sensibilità di persone “di fede religiosa diversa”. “La nostra missione – aggiunge
mons. Joseph Coutts – è di fornire aiuto, amore e assistenza a quanti vivono nel bisogno,
come ci ha insegnato Gesù Cristo”. Mons. Coutts rende anche noto che sinora sono stati
forniti 300 materassi e 25 ventilatori nei campi profughi di Mardan, nella North-West
Frontier Province (Nwfp). I rifugiati provengono da aree montuose e il caldo torrido
dell’estate pakistana – dove si toccano punte di 50 gradi – potrebbe “aggravare l’emergenza”.
Al momento, i centri di accoglienza governativi di Sheikh Shahzad e Sheikh Yaseen
ospitano circa 20 mila persone e il numero “cresce di giorno in giorno”. “Caritas
Pakistan con l’aiuto dei partner internazionali - spiega il vescovo – sta inviando
nella zona 2 mila tende per ospitare piccoli nuclei familiari”. Il presule aggiunge
che le minoranze religiose sono le più vulnerabili, perché colpite dalla guerra e
vittime di abusi e vessazioni. La minoranza sikh è costretta a versare la jizya –
tassa che i non-musulmani devono fornire alla comunità islamica – e famiglie cristiane
“vengono cacciate dai campi profughi perché i musulmani non vogliono stare con loro”.
Anche per questo Caritas Pakistan si muove “con prudenza”. Sul terreno, intanto, continuano
i combattimenti fra esercito e talebani in varie aree della zona di Malakand. A Islamabad
è in corso una riunione del governo presieduta dal premier Yousaf Raza Gilani. Al
centro dell’incontro ci sono questioni legate alla sicurezza nelle aree tribali, alle
operazioni militari nello Swat e i prossimi interventi a favore dei rifugiati. (A.L.)