La Cei: i profughi respinti tornano su strade di fame e di morte
I migranti respinti dalle autorità italiane in Libia sono stati costretti a tornare
su strade di fame e di morte che già conoscevano: non tutti erano bisognosi di asilo,
non tutti santi ma poveri lo sono di certo: è quanto scrive il presidente della Commissione
Cei per i problemi sociali e il lavoro, mons. Arrigo Miglio, in un intervento pubblicato
dal Sir, l'agenzia della conferenza episcopale italiana. Non possiamo farci condizionare
da culture xenofobe o che finiscono per colpire anche tutte le presenze positive e
necessarie degli immigrati La Chiesa, conclude mons. Miglio, è per sua natura multi
etnica, e la solidarietà cui è chiamata comprende sia il pane quotidiano sia il pane
dell'accoglienza e dell'apertura di cuore verso ogni persona.
Un incontro tra
Italia, Malta, Libia e Alto commissariato Onu per I rifugiati è stato sollecitato
dall’Unhcr al vicepresidente della commissione europea Barrot. La richiesta è soprattutto
quella di lavorare ad una strategia comune nei confronti dell’immigrazione, dopo la
politica dei respingimenti adottata dal governo italiano. Intanto da Tripoli il segretario
generale per la sicurezza pubblica respinge le accuse di trattamento inumano nei centri
per gli immigrati libici centri che, secondo Al Obiedi, non sarebbero peggiori di
quelli italiani. Non è della stessa opinione padre Ambroise Tine, direttore di caritas
Senegal, intervistato da Francesca Sabatinelli