Myanmar: Aung San Suu Kyi rischia cinque anni di reclusione per violazione degli arresti
domiciliari
Seconda udienza oggi del processo a carico di Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione
in Myanmar, accusata dalla giunta militare Yangoon di violazione degli arresti domiciliari
per aver ricevuto la visita di un americano. La leader della Lega Nazionale per la
Democrazia, premio Nobel per la pace, rischia una condanna da tre a cinque anni di
reclusione. Intanto, dopo gli Stati Uniti, anche l’Unione Europea potrebbe decidere
un rafforzamento delle sanzioni contro l’ex Birmania. Sull’efficacia della posizione
assunta dalla comunità internazionale, sentiamo Arduino Paniccia, docente di Studi
Strategici all’Università di Trieste: