"Adottare" un restauro delle opere danneggiate dal sisma in Abruzzo: successo dell'iniziativa
vaticana, rilanciata dal prof. Buranelli
A Coppito, in provincia dell'Aquila, c'è grande attesa per l'incontro previsto nel
pomeriggio tra il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, ed il presidente della
Commissione europea, José Manuel Barroso. Ad oltre un mese dal terremoto in Abruzzo,
prosegue intanto l'impegno della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della
Chiesa che ha proposto di adottare il restauro di opere danneggiate dal sisma da parte
di laboratori pubblici e privati. Per aderire a questa iniziativa si può scrivere
all'indirizzo e-mail beniculturali@beniculturali.va L'appello è diretto a sensibilizzare
l'opinione pubblica per salvaguardare il patrimonio delle opere mobili. E' quanto
spiega, al microfono di Luca Collodi, il segretario della Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della Chiesa, prof. Francesco Buranelli:
R. – Il primo
pensiero è andato sicuramente alle persone e alle famiglie che hanno vissuto e stanno
vivendo in prima persona questo tragico dramma. Bisogna riconoscere che le strutture
statali si sono mosse subito e con immediatezza. Noi, dal nostro osservatorio e con
le nostre competenze, ci siamo subito sentiti parte in causa per affiancarci allo
sforzo generale che tutta la nazione sta compiendo e miratamente verso i beni culturali.
Ci siamo subito connessi con il Ministero dei Beni culturali e con l’arcidiocesi dell’Aquila
e abbiamo lanciato un appello diretto a sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto
gli addetti alla tutela, restauratori, laboratori di restauro, per salvaguardare quello
che è il patrimonio mobile. Tutta la grandissima competenza italiana nel settore ha
permesso a noi di svolgere un ruolo di coordinamento tra quelle che sono le disponibilità
e le professionalità sul territorio e quelle che sono le emergenze nella diocesi e
nella città dell’Aquila. D. - Professor Buranelli, vogliamo
ricordare l’appello da voi lanciato all’indomani del terremoto, proprio per salvare
i beni culturali dell’Aquila e dintorni? R. - Il nostro appello
è stato molto semplice, quello di adottare un’opera o più opere mobili da restaurare
con la clausola "da chiodo a chiodo": vale a dire che il restauratore, il laboratorio
di restauro lo preleva all’Aquila o nel suo territorio, lo restaura e lo riconsegna
immediatamente al luogo e alla proprietà d’origine. L’occasione che mi viene offerta
è di rilanciare nuovamente questo appello, nonostante già un’adesione che ha superato
ogni preliminare aspettativa, sia sul territorio nazionale italiano, sia con adesioni
dall’estero, dalla Francia, dalla Spagna... Addirittura, un restauratore dalla Turchia
si è fatto avanti proprio per condividere con gli abruzzesi e tutti gli italiani che
sono stati coinvolti in questo dramma la necessità di recuperare quelle che sono le
radici culturali della nazione e di ogni città. (Montaggio a cura di Maria
Brigini)