Sri Lanka è emergenza umanitaria dopo la sconfitta delle Tigri Tamil
In Sri Lanka le Tigri Tamil depongono le armi e il governo di colombo annuncia la
fine della guerra civile. I ribelli separatisti – assicura il capo dell'esercito srilankese
sono stati completamente sconfitti e il controllo governativo dell'isola è totale.
Ucciso oggi dai militari anche il capo storico delle Tigri, Prabhàkaran sul cui corpo
sarà eseguita un’autopsia. E mentre la popolazione scende in piazza per festeggiare,
dalla comunità internazionale giunge l’appello alle ONG che operano nel paese a coordinare
gli sforzi per gestire l’emergenza umanitaria, scaturita dagli ultimi scontri: sarebbero
infatti 260 mila gi sfollati ora nei campi profughi in condizioni terribili. Il servizio
di Cecilia Seppia:
Oltre 250 mila
persone sono scappate dalle loro abitazioni nelle zone di combattimento e si trovano
nei campi profughi in condizioni terribili. Stefano Leszczynski ha intervistato
Stefano Vecchia, giornalista esperto dell’area asiatica:
R. – Volendo
fotografare la situazione di oggi, nell’area in cui ancora ci sono dei residui scontri
non dovrebbero più esserci civili. Un’emergenza grave c’è, invece, all’esterno dell’area
di combattimento, per altro molto ristretta, ma comunque nei dintorni dell’area Tamil,
dove ci sono circa 250 mila profughi, in buona parte fuggiti nelle ultime settimane
agli scontri tra governativi e Tamil. La situazione è molto pesante, gli aiuti arrivano
col contagocce e la fame è una realtà concreta da giorni.
D. – Se una guerra
così lunga ha lasciato il segno nella popolazione, il modo in cui è finita l’ha segnata
ancora di più. Come sarà mai possibile avviare un processo di riconciliazione in questo
Paese?
R. – Il processo di riconciliazione sarà lungo e difficile. Teniamo
presente che oltre ai 30 anni di conflitto ci sono stati 60 anni di tensioni tra le
comunità a partire dall’indipendenza. Un solco di odio e diffidenza che sarà difficile
da superare. I Tamil hanno una rappresentanza in Parlamento, una ventina di rappresentanti
su circa 250 parlamentari, e da lì bisognerà partire, come bisognerà partire dal ruolo
della società civile che non ha mai mancato in tutti questi anni di spingere per il
dialogo tra le comunità e perché ai Tamil venisse riconosciuto un ruolo e un’identità
spesso, in qualche modo, ignorata o comunque sottoposta alle necessità del potere
politico da parte dei cingalesi.
D. – Ovviamente un discorso relativo a un’autonomia
della parte Tamil del Paese al momento è fuori discussione…
R. - Al momento
sì, è realmente difficile da intravedere. Dipenderà anche molto dal ruolo della comunità
internazionale che in queste ultime settimane è stata totalmente esclusa dalla situazione
in Sri Lanka.