Il 16 maggio di cinque anni fa, la canonizzazione di don Luigi Orione. La testimonianza
di don Sergio Stoppani
Il 16 maggio del 2004, Giovanni Paolo II canonizzava don Luigi Orione, che lo stesso
Papa Wojtyla aveva proclamato Beato nel 1980. Fondatore della “Piccola Opera della
Divina Provvidenza”, don Orione rappresenta una straordinaria espressione della carità
cristiana. Lui stesso amava ripetere che “solo la carità salverà il mondo” e ripeteva
a tutti che “la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé
a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini”. Per una testimonianza sulla figura di Luigi
Orione, Alessandro Gisotti ha intervistato l’orionino padre Sergio Stoppani,
che, da giovane seminarista, conobbe il Santo nel 1939:
R. - In seminario,
in quinta ginnasio, nel ’39, l’anno prima che morisse don Orione, ebbi modo di incontrarlo
parlandoci personalmente perché ero uno di quei seminaristi che lasciava a desiderare
per la disciplina. Allora, il mio direttore don Santella volle far passare una decina
di noi chierici a parlare con don Orione, se era il caso di dimetterci oppure farci
continuare. Ci ritrovammo quindi davanti ad un tavolino, don Orione da una parte ed
io dall’altra. Lui sapeva già che io ero un ragazzo poco disciplinato, però devo dire
che non mi disse nulla riguardo alla disciplina. Mi guardò solo e poi - invece di
chiedermi come mi trovavo - mi domandò di mio papà, di mia mamma, insomma si interessò
della mia famiglia, in un modo molto paterno, e non si permise di dirmi: “Stai attento,
non essere cattivo”. No, mi guardò solo negli occhi ma fu uno sguardo che mi fece
capire tutto da solo e mi incoraggiò dicendo: “Bèh, cerca di fare il buon seminarista”.
D.
- Che cosa le resta, ancora oggi, dopo tanti anni di distanza, di quell’incontro?
R.
- Mi ha fatto cambiare vita perché mi aspettavo un rimprovero, un richiamo, mentre
don Orione è stato buono. Io avevo sempre otto in condotta e con otto in condotta
dovevo essere cacciato via - invece no, don Orione non mi mandò via. Conobbi don Orione
appunto in quell’occasione, molto a tu per tu, e venne anche diverse volte a pranzo
con noi. Ricordo che il suo tovagliolo veniva sempre fatto a pezzi perché ciascuno
ne voleva un pezzetto. Constatai che intorno a don Orione c’era uno stuolo di preti
veramente santi e che mi ha incoraggiato a continuare.