Twal: messaggio di speranza dal Papa nella consapevolezza che non si può restare in
Terra Santa senza la croce
Ma quale messaggio il Papa lascia alla Terra Santa? Roberto Piermarini lo ha
chiesto al patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal: R.
– Lascia un messaggio di speranza. Non dobbiamo aspettarci miracoli, dopo la sua partenza,
ma lui ha seminato tanto, e tocca a noi dare al Signore il tempo e il momento per
raccogliere quello che abbiamo seminato, tutti insieme. I suoi contatti con la Chiesa
locale e con le autorità civili sono stati per me molto positivi. Ha lasciato una
speranza per tutti quanti, sia in Giordania, sia in Israele che a Betlemme. Poi, nell’incontro
formale con il primo ministro Netanyahu, ha toccato argomenti che riguardano la vita
della Chiesa locale. Per noi è indispensabile e siamo sempre in attesa e con la speranza.
D. – Qual è la consegna che lascia Benedetto XVI alla Chiesa
di Terra Santa? R. – Lascia questo appello a resistere, a rimanere,
a essere consapevoli che non possiamo restare in questa terra senza la croce. Dobbiamo
capirlo e accettare questa sfida, una sfida storica. Tocca a noi accettarla. E’ vero
che la situazione è sempre difficile, sempre drammatica. Anche il Santo Padre e il
seguito hanno avuto la conoscenza diretta di queste difficoltà, di questa complessità
che noi viviamo ogni giorno. E allora lo sentiamo più vicino a noi e sentiamo la Chiesa
universale più vicina a noi. Certamente, questa voce del Santo Padre deve arrivare
a tutta la Chiesa universale, a tutti i cristiani, per chiedere loro più preghiere
per la Terra Santa, più solidarietà in tutti i sensi. D. – Mons.
Twal, c’è un’immagine di questo viaggio che le è rimasta impressa, che le è rimasta
nella memoria? R. – L’immagine del Santo Padre è quella del
sorriso. Noi in alcuni momenti eravamo nervosi, eravamo impazienti, ma lui aveva una
serenità interna fantastica. E questo per me è lo specchio di un’altra unione con
Qualcuno che gli dà queste forza e questa serenità.(Montaggio a cura di Maria
Brigini)