Il governo spagnolo ha dato il via libera al progetto di legge sull'aborto. Il disegno
di legge, che in ogni caso non sarà sottoposto all’approvazione del Parlamento prima
dell’estate, prevede anche di autorizzare la vendita della “pillola del giorno dopo”
senza bisogno di una ricetta medica. I vescovi spagnoli e le associazioni pro vita
hanno subito espresso la loro contrarietà. Le nuove misure prevedono la possibilità
di abortire per le donne che abbiano compiuto 16 anni di età fino alla 14.ma settimana
di gravidanza. In caso di approvazione del disegno di legge, l’aborto sarà inoltre
possibile fino alla 22.ma settimana se verrà accertato un grave rischio per la salute
della madre o per malformazioni del feto. La Chiesa cattolica spagnola ha subito promosso
varie iniziative contro questo progetto di legge: in questi giorni, in particolare,
è stata organizzata una campagna informativa nella quale si sottolinea che “i bambini
non nati rimarranno indifesi” mentre animali come la lince iberica sono protetti dalla
legge. “La cosa peggiore – ha affermato Alicia Latorre, presidente della Federazione
spagnola delle Associazioni in favore della vita – è che si parla dell’aborto come
di un diritto”. “Faremo tutto ciò che è in nostro potere – ha aggiunto – per fermare
questa legge”. Secondo un sondaggio realizzato dalla società Sigma 2, la legge è respinta
da una chiara maggioranza di cittadini. Effettivamente il 43,1% delle donne sono contrarie
alla legge. Complessivamente, il 40,5% della popolazione respinge il progetto. Un’altra
decisione controversa, presa nei giorni scorsi dal governo spagnolo, è quella di autorizzare
la vendita in farmacia della “pillola del giorno dopo” anche a minorenni e senza obbligo
di ricetta. A questa decisione sono subito seguite le reazioni della Chiesa e dei
movimenti in difesa della vita. L’associazione “Diritto a vivere” ha sottolineato
che l’istituzione dell’aborto “libero” costituisce “un’aberrazione medica e umanitaria”
che consente alle minorenni di abortire “senza che i genitori siano informati”. La
segreteria generale della Conferenza Episcopale Spagnola, per indicazione espressa
del Comitato Esecutivo, riunito ieri, ha di nuovo richiamato gli orientamenti che
l’episcopato ha reso pubblici dal 1998 al 2001. Il 18 giugno 1998 è stato pubblicato
il documento “L’aborto con la pillola è anche un crimine”, dove si sottolinea che
l’aborto chimico è tanto immorale come quello “chirurgico” perché si tratta dell'eliminazione
di un essere umano innocente. Mesi dopo, nell’ottobre di quello stesso anno, la Commissione
Permanente ha poi pubblicato una nota intitolata “Con la pillola si uccide”. Nel dicembre
dell’anno 2000, la sottocommissione per la Famiglia e Difesa della Vita della Conferenza
Episcopale Spagnola ha pubblicato una nuova Nota su “La pillola del giorno dopo” definita
“autentica tecnica abortiva”. Il 27 aprile 2001 un’altra nota dell'Assemblea Plenaria
della Conferenza episcopale spagnola: “La pillola del giorno dopo, nuova minaccia
contro la vita”. (A cura di Amedeo Lomonaco)