L'incontro con i capi religiosi. Il Papa: salvaguardare i bambini da fanatismo e violenza
La suggestiva immagine del Papa che stringe la mano del rabbino David Rosen e di un
imam della Galilea ha concluso l’incontro, ieri pomeriggio, nell’auditorium nel Santuario
dell’Annunciazione a Nazareth, con i capi religiosi della Galilea, in rappresentanza
di cristiani, musulmani, ebrei e drusi. Benedetto XVI ha ricordato che la pace è un
dono di Dio che l’uomo deve realizzare col suo impegno. Quindi ha sottolineato la
necessità di salvaguardare i bambini da fanatismo e violenza. Il servizio di Sergio
Centofanti. L’incontro
con i capi religiosi della Galilea è stato caratterizzato in particolare dalla sfida
educativa: il Papa ha affermato che plasmando i cuori dei giovani si plasma “il futuro
della stessa umanità”:
"Christians readily join Jews, Muslims, Druze... I
Cristiani volentieri si uniscono ad Ebrei, Musulmani, Drusi e persone di altre religioni
nel desiderio di salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li
preparano ad essere costruttori di un mondo migliore”. Ma
se la pace è “un dono di Dio” - ha aggiunto - “non può essere raggiunta senza lo sforzo
umano: "Lasting peace flows from the recognition... Una
pace durevole proviene dal riconoscimento che il mondo non è ultimamente nostra proprietà,
ma piuttosto l'orizzonte entro il quale noi siamo invitati a partecipare all'amore
di Dio e a cooperare nel guidare il mondo e la storia sotto la sua ispirazione. Non
possiamo fare con il mondo tutto quello che ci piace; anzi, siamo chiamati a conformare
le nostre scelte alle complesse e tuttavia percettibili leggi scritte dal Creatore
nell'universo e a modellare le nostre azioni secondo la bontà divina che pervade il
regno del creato”. Benedetto XVI ha ribadito
che “la creazione ha una ragione ed uno scopo. Lungi dall'essere il risultato di un
fato cieco, il mondo è stato voluto da Dio e rivela il suo splendore glorioso”. In
questo contesto, ha incoraggiato i rappresentanti delle diverse tradizioni religiose
a promuovere una "cultura della pace", “ad esercitare il vicendevole rispetto”, “ad
alleviare le tensioni concernenti i luoghi di culto, garantendo così un ambiente sereno
per la preghiera e la meditazione” operando per “l'unità della famiglia umana”. L’incontro
si è concluso con tutti i presenti che si sono stretti le mani levandole in alto -
il Papa era vicino al rabbino Rosen e ad un imam – mentre un canto faceva risuonare
con gioia le parole “Shalom, Salaam, Peace”. (canto)