2009-05-13 15:31:52

Sri Lanka: suore in soccorso dei feriti


Sempre più in prima linea le suore cattoliche in Sri Lanka dove gli scontri nel sud del Paese, tra esercito e guerriglieri, continuano a mietere feriti e morti. L’ultima partenza per correre in soccorso delle vittime vede trenta suore, che dalla capitale Colombo, si sono messe in viaggio per raggiungere la città di Vavuniya. Punto caldo dei combattimenti. Le religiose sono accompagnate da padre Damian Fernando, direttore nazionale della Caritas-Sedec, e da padre George Sigamony, direttore del Social and Economic Training Institute di Kandy (Setik). Vanno ad aggiungersi ai diversi sacerdoti cattolici, che già operano nel Vanni e nel nord del Paese. Per questo motivo, il presidente della Repubblica Socialista Democratica dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa ha ringraziato l’opera svolta nelle zone martoriate dai rappresentanti della Chiesa cattolica. Giunti da più parti in aiuto dei profughi. Le “spose di Cristo” – in accordo con il governo, lavoreranno per i prossimi tre mesi nella regione del Vanni – riferisce una nota di AsiaNews. Esse svolgeranno assistenza e cura per i bambini, vittime del conflitto, rimanendo a disposizione del ministero della salute per le necessità degli ospedali. Nella zona di Vavuniya, sul confine sud del Vanni, ci sono 4 campi profughi che raccolgono 196mila rifugiati. L’arrivo del “contingente” religioso segue l’appello rivolto dal Governo locale che aveva richiesto interventi nelle aree interessate dai violenti conflitti. Proseguono infatti gli scontri tra le forze militari e le Tigri tamil. L’esercito fa sapere di avere sfondato le barriere di difesa erette dai ribelli, che controllano un’area di circa 5 kmq quadrati sulla costa della laguna di Nanthi Kdala. La violenza di questi giorni registra anche la morte di un operatore locale della Croce rossa, l’unica organizzazione umanitaria a cui è concesso di restare nella zona di guerra. La stessa zona non sottoposta al fuoco delle parti si è ridotta ad appena 2,5 chilometri e qui, secondo l’Onu, ci sarebbero almeno 50mila civili intrappolati. L’11 maggio scorso, il presidente Rajapaksa ha ricevuto al  Temple Trees una delegazione dei vescovi cattolici guidata da mons. Oswald Gomis, arcivescovo della capitale, e composta da mons. Harold Anthony Perera, vescovo di Galle, mons. Cletus Perera, vescovo di Ratnapura, e dal direttore nazionale della Caritas-Sedec. La delegazione ha rassicurato il Governo circa: “l’assistenza ed il sostegno della Chiesa cattolica nell’aiuto e nel lavoro di riabilitazione nel Vanni e nel nord”. Sempre a Vavuniya, nella diocesi di Mannar, si svolge anche l’Apostolato delle Suore Missionarie della carità, l’ordine fondato da santa Teresa di Calcutta. Un’opera caritatevole che va avanti dal 1996 e che accoglie soprattutto anziani soli, assistendoli e rincuorandoli. Agl’inizi le suore della santa di origini albanesi erano in cinque, oggi sono in dieci. (A.V.)







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