L'Onu al governo italiano: riammetta i migranti respinti in Libia
Non si spengono le polemiche sul respingimento degli immigrati nelle acque internazionali
da parte delle autorità italiane. Preoccupazione è stata espressa dall'Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che ha annunciato di aver scritto al
governo di Roma per riammettere coloro che sono stati riportati in Libia. Intanto
dall’Egitto nuovi chiarimenti arrivano dal premier Berlusconi. Il servizio di Benedetta
Capelli:
“Riammettere
quelle persone rinviate dall'Italia ed identificate dall'Unhcr come individui che
cercano protezione internazionale”. E’ quanto scrive l’agenzia dell’Onu in una lettera
indirizzata al governo Berlusconi, nella quale si esprime “preoccupazione” per la
politica ora applicata dall'Italia, che “mina l'accesso all'asilo nell'Unione Europea
e comporta il rischio di violare il principio fondamentale di non respingimento”.
Tale principio “non conosce limitazione geografica” e gli Stati – sottolinea l’agenzia
delle Nazioni Unite - sono obbligati a rispettarlo. La Libia non ha però firmato la
Convenzione del 1951 sui rifugiati e “non vi sono garanzie che le persone bisognose
di protezione internazionale” possano trovarla in quel Paese. Solo stamani il premier
Berlusconi, da Sharm el Sheik - dove è in corso un vertice con il presidente egiziano
Mubarak - è nuovamente intervenuto sull’argomento sostenendo che la linea politica
del ministro dell’Interno Maroni è frutto di accordi con la Libia, gestiti direttamente
da lui stesso. Il presidente del Consiglio ha poi aggiunto che sui barconi
vi sono persone “reclutate dalle organizzazioni criminali” e non richiedenti asilo,
che hanno “pagato un biglietto” e pertanto “non sono spinte da una loro particolare
situazione all'interno di questi Paesi”. Le dichiarazioni del premier seguono il monito
di ieri del Consiglio d’Europa, che ha invitato l’Italia a sospendere i respingimenti
mentre la Commissione Europea ha parlato in proposito di “fatti usuali”, dando un
sostanziale via libera alla politica del governo. Sempre in Italia è previsto
per domani il voto di fiducia sui tre maxiemendamenti al Disegno di legge sulla sicurezza,
chiesta alla Camera dal governo. L’opposizione ha criticato la scelta dell’esecutivo
dettata – dice – solo da “logiche propagandistiche”. Al centro del Ddl: la reintroduzione
del reato di clandestinità che sarà punito con una sanzione per chi entra in Italia
o vi soggiorna in modo non regolare. Per la tassa di soggiorno si dovranno pagare
200 euro. Saranno legalizzate le associazioni, note come “ronde”, costituite da privati
cittadini per vigilare sulla sicurezza dei cittadini. Le straniere irregolari senza
passaporto non potranno riconoscere i propri figli.