L'incontro con Shimon Peres. Il Papa: una sicurezza durevole è questione di fiducia
alimentata nella giustizia
Praticare la giustizia per garantire la pace e la sicurezza: con parole accorate Benedetto
XVI ha rinnovato i suoi auspici per il Medio Oriente e per tutta l’umanità, incontrando
ieri pomeriggio a Gerusalemme il presidente israeliano Shimon Perez, che lo ha accolto
nel Palazzo presidenziale, attorniato dai suoi familiari e da circa 300 ospiti, personalità
politiche e religiose, raccolte nel giardino della residenza, dove è stato piantato
un albero di olivo. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Ogni
giorno prego affinché la pace che nasce dalla giustizia ritorni in Terra Santa e nell’intera
regione, portando sicurezza e rinnovata speranza per tutti”, ha confidato il Papa.
"I hear the cry of those who live in this land
for justice, for peace... “Odo il grido - ha detto - di quanti vivono
in questo Paese che invocano giustizia, pace, rispettoper la loro dignità”
ed anche, una “sicurezza stabile, una vita quotidiana libera dalla paura di minacce
esterne e di insensata violenza”. Ma “la pace è prima di tutto un dono divino”, ha
premesso Benedetto XVI, invitando i leader religiosi a ricercare la pace a partire
dalla “ricerca appassionata e concorde di Dio”, “presente e conoscibile anche quando
sembra nascosto alla nostra vita”. Poi il monito ad “essere coscienti che qualsiasi
divisione o tensione”, “introversione” o “sospetto” fra credenti o comunità “può facilmente
condurre ad una contraddizione” che oscura l’unicità di Dio e tradisce l’unità dei
sui figli.
Gerusalemme “crocevia di popoli di diversa
origine, è una città – ha sottolineato il Papa - che permette ad Ebrei, Cristiani
e Musulmani sia di assumersi il dovere che di godere del privilegio di dare insieme
testimonianza della pacifica coesistenza a lungo desiderata dagli adoratori dell’unico
Dio”. Da qui l’impegno che ne deriva a guidare le rispettive comunità ad “essere fedeli
a ciò che veramente sono come credenti, sempre consapevoli dell’infinita bontà di
Dio, dell’inviolabile dignità di ogni essere umano e dell’unità dell’intera famiglia
umana”.
“Security, integrity, justice and peace...
“Sicurezza, integrità, giustizia e pace: nel disegno di Dio sono inseparabili”,
ha spiegato Benedetto XVI.
"There is only one
way... E, “c’è solamente una via per proteggere e promuovere tali valori:
esercitarli!|viverli!” Del resto ha annotato il Papa “Il vero interesse di una nazione
viene sempre servito mediante il perseguimento della giustizia per tutti”.
Cordialità,
stima e grande rispetto ha espresso il presidente israeliano, Premio Nobel per la
pace nel ’94, rivolto a Benedetto XVI, “promotore di pace e grande leader spirituale”,
sottolineando “i vincoli di riconciliazione e comprensione che si stanno ora intessendo
tra la Santa Sede e gli Ebrei”, rassicurando che “la porta è aperta per rapporti simili
con il mondo musulmano”.
"All of us, Jews, Christians,
Muslims, all people of faith... “Tutti noi Ebrei, Cristiani, Musulmani,
tutti popoli di fede, - ha detto Shimon Peres - riconosciamo che oggi la sfida non
è nella separazione fra religione Stato ma la separazione senza compromessi della
religione dalla violenza”.
Nel corso della visita
il presidente Peres ha presentato al Papa i genitori ed il nonno del soldato israeliano
Shalit, rapito nel 2006, tutt’ora nella mani di Hamas. Benedetto XVI ha manifestato
la sua partecipazione alla sofferenza di chi, in ogni modo, soffra per le conseguenze
dei conflitti.
Da annotare infine lo scambio di doni.
Benedetto XVI ha donato al presidente israeliano un quadro musivo della Menorah, eseguito
dallo Studio del mosaico vaticano, ricambiato da Peres con una Bibbia grande quanto
un granello di sabbia, realizzata attraverso nanontecnologie, leggibile con un microscopio
elettronico.