La visita al Cenacolo. Il Papa: vitale per la società la presenza dei cristiani in
Terra Santa
Il Papa ha concluso la mattinata a Gerusalemme con l’incontro nel Cenacolo con gli
Ordinari di Terra Santa e la visita alla Concattedrale latina. Al Cenacolo ha parlato
in particolare di ecumenismo: “Le diverse Chiese cristiane che qui si trovano rappresentano
un patrimonio spirituale ricco e vario e sono un segno delle molteplici forme di interazione
tra il Vangelo e le diverse culture. Esse ci ricordano anche che la missione della
Chiesa è di predicare l'amore universale di Dio e di riunire da lontano e da vicino
tutti quelli che sono chiamati da Lui, in modo che, con le loro tradizioni ed i loro
talenti, formino l’unica famiglia di Dio. Un nuovo impulso spirituale verso la comunione
nella diversità nella Chiesa Cattolica ed una nuova consapevolezza ecumenica hanno
segnato il nostro tempo, specialmente a partire dal Concilio Vaticano Secondo. Lo
Spirito conduce dolcemente i nostri cuori verso l'umiltà e la pace, verso l'accettazione
reciproca, la comprensione e la cooperazione. Questa disposizione interiore all’unità
sotto l’impulso dello Spirito Santo è decisiva perché i Cristiani possano realizzare
la loro missione nel mondo”. Poi ha sottolineato che la presenza dei cristiani in
Terra Santa è di “importanza vitale per il bene della società”. E ha aggiunto: “Cari
Fratelli Vescovi, contate sul mio appoggio ed incoraggiamento nel fare tutto quello
che è in vostro potere per aiutare i nostri fratelli e sorelle Cristiani a rimanere
e ad affermarsi qui nella terra dei loro antenati ed essere messaggeri e promotori
di pace”. Per concludere: “Da parte mia, rinnovo il mio appello ai nostri fratelli
e sorelle di tutto il mondo a sostenere e ricordare nelle loro preghiere le comunità
cristiane della Terra Santa e del Medio Oriente”. Ecco il testo integrale del discorso
del Papa: Cari Fratelli Vescovi, Caro Padre Custode,
é con grande gioia che io vi saluto, Ordinari
della Terra Santa, in questo Cenacolo dove, secondo la tradizione, Dio aprì il suo
cuore ai discepoli da Lui scelti e celebrò il Mistero Pasquale, e dove lo Spirito
Santo nel giorno di Pentecoste ispirò i primi discepoli ad uscire e a predicare la
Buona Novella. Ringrazio Padre Pizzaballa per le calorose parole di benvenuto che
mi ha rivolto a vostro nome. Voi rappresentate le comunità cattoliche della Terra
Santa che, nella loro fede e devozione, sono come delle candele accese che illuminano
i luoghi santi cristiani, onorati un tempo dalla presenza di Gesù, il nostro Dio vivente.
Questo particolare privilegio dà a voi e al vostro popolo un posto speciale nell’affetto
del mio cuore come Successore di Pietro. "Quando
Gesù seppe che la sua ora era venuta di passare da questo mondo al Padre, avendo amato
i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv 13,1). Il Cenacolo ricorda
l'Ultima Cena di nostro Signore con Pietro e gli altri Apostoli ed invita la Chiesa
ad orante contemplazione. Con questo stato d’animo ci ritroviamo insieme, il Successore
di Pietro con i Successori degli Apostoli, in questo stesso luogo dove Gesù rivelò
nell'offerta del suo corpo e del suo sangue le nuove profondità dell'alleanza di amore
stabilita tra Dio e il suo popolo. Nel Cenacolo il mistero di grazia e di salvezza,
del quale siamo destinatari ed anche araldi e ministri, può essere espresso solamente
in termini di amore. Poiché Egli ci ha amati per primo e continua ad amarci, noi
possiamo rispondere con l’amore (cfr Deus caritas est, 2). La nostra vita come cristiani
non è semplicemente uno sforzo umano di vivere le esigenze del Vangelo imposte a noi
come doveri. Nell'Eucaristia noi siamo tirati dentro il mistero dell’amore divino.
Le nostre vite diventano un'accettazione grata, docile ed attiva del potere di un
amore che ci viene donato. Questo amore trasformante, che è grazia e verità (cfr Gv
1,17), ci sollecita, come individui e come comunità, a superare la tentazione di ripiegarci
su noi stessi nell'egoismo o nell’indolenza, nell’isolamento, nel pregiudizio o nella
paura, e a donarci generosamente al Signore ed agli altri. Ci porta come comunità
cristiane ad essere fedeli alla nostra missione con franchezza e coraggio (cfr At
4,13). Nel Buon Pastore che dona la sua vita per il suo gregge, nel Maestro che lava
i piedi ai suoi discepoli, voi, miei cari Fratelli, trovate il modello del vostro
stesso ministero nel servizio del nostro Dio che promuove amore e comunione. L’invito
alla comunione di mente e di cuore, così strettamente collegato col comandamento dell’amore
e col centrale ruolo unificante dell'Eucaristia nelle nostre vite, è di speciale rilevanza
nella Terra Santa. Le diverse Chiese cristiane che qui si trovano rappresentano un
patrimonio spirituale ricco e vario e sono un segno delle molteplici forme di interazione
tra il Vangelo e le diverse culture. Esse ci ricordano anche che la missione della
Chiesa è di predicare l'amore universale di Dio e di riunire da lontano e da vicino
tutti quelli che sono chiamati da Lui, in modo che, con le loro tradizioni ed i loro
talenti, formino l’unica famiglia di Dio. Un nuovo impulso spirituale verso la comunione
nella diversità nella Chiesa Cattolica ed una nuova consapevolezza ecumenica hanno
segnato il nostro tempo, specialmente a partire dal Concilio Vaticano Secondo. Lo
Spirito conduce dolcemente i nostri cuori verso l'umiltà e la pace, verso l'accettazione
reciproca, la comprensione e la cooperazione. Questa disposizione interiore all’unità
sotto l’impulso dello Spirito Santo è decisiva perché i Cristiani possano realizzare
la loro missione nel mondo (cfr Gv 17, 21). Nella
misura in cui il dono dell’amore è accettato e cresce nella Chiesa, la presenza cristiana
nella Terra Santa e nelle regioni vicine sarà viva. Questa presenza è di importanza
vitale per il bene della società nel suo insieme. Le parole chiare di Gesù sull'intimo
legame tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo, sulla misericordia e sulla compassione,
sulla mitezza, la pace e il perdono sono un lievito capace di trasformare i cuori
e plasmare le azioni. I Cristiani nel Medio Oriente, insieme alle altre persone di
buona volontà, stanno contribuendo, come cittadini leali e responsabili, nonostante
le difficoltà e le restrizioni, alla promozione ed al consolidamento di un clima di
pace nella diversità. Mi piace ripetere ad essi quello che affermai nel Messaggio
di Natale del 2006 ai cattolici nel Medio Oriente: “Esprimo con affetto la mia personale
vicinanza in questa situazione di insicurezza umana, di sofferenza quotidiana, di
paura e di speranza che state vivendo. Ripeto alle vostre comunità le parole del Redentore:
“Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno'
(Lc 12,32). " (Messaggio di Natale di Sua Santità Papa Benedetto XVI ai cattolici
che vivono nella Regione del Medio Oriente, 21 dicembre 2006). Cari Fratelli Vescovi, contate sul mio appoggio ed incoraggiamento
nel fare tutto quello che è in vostro potere per aiutare i nostri fratelli e sorelle
Cristiani a rimanere e ad affermarsi qui nella terra dei loro antenati ed essere messaggeri
e promotori di pace. Apprezzo i vostri sforzi di offrir loro, come a cittadini maturi
e responsabili, assistenza spirituale, valori e principi che li aiutino nello svolgere
il loro ruolo nella società. Mediante l’istruzione, la preparazione professionale
ed altre iniziative sociali ed economiche la loro condizione potrà essere sostenuta
e migliorata. Da parte mia, rinnovo il mio appello ai nostri fratelli e sorelle di
tutto il mondo a sostenere e ricordare nelle loro preghiere le comunità cristiane
della Terra Santa e del Medio Oriente. In questo contesto desidero esprimere il mio
apprezzamento per il servizio offerto ai molti pellegrini e visitatori che vengono
in Terra Santa in cerca di ispirazione e rinnovamento sulle orme di Gesù. La storia
del Vangelo, contemplata nel suo ambiente storico e geografico, diviene viva e ricca
di colore, e si ottiene una comprensione più chiara del significato delle parole e
dei gesti del Signore. Molte memorabili esperienze di pellegrini della Terra Santa
sono state possibili grazie anche all’ospitalità e alla guida fraterna offerte da
voi, specialmente dai Frati francescani della Custodia. Per questa servizio, vorrei
assicurarvi l'apprezzamento e la gratitudine della Chiesa Universale e esprimo il
desiderio che, nel futuro, pellegrini in numero ancora maggiore vengano qui in visita.
Cari Fratelli, nell’indirizzare insieme la nostra
gioiosa preghiera a Maria, Regina del Cielo, mettiamo con fiducia nelle sue mani il
benessere e il rinnovamento spirituale di tutti i Cristiani in Terra Santa, così che,
sotto la guida dei loro Pastori, possano crescere nella fede, nella speranza e nella
carità, e perseverare nella loro missione di promotori di comunione e di pace. Ecco
il saluto del Papa nella Concattedrale latina di Gerusalemme: Beatitudine,
La ringrazio per le Sue parole di benvenuto. Ringrazio anche il Patriarca Emerito
ed assicuro entrambi dei miei fraterni auguri e delle mie preghiere. Cari
Fratelli e Sorelle in Cristo, sono lieto di essere qui con voi oggi in questa Concattedrale,
dove la comunità cristiana di Gerusalemme continua a riunirsi come ha fatto da secoli,
fin dai primi giorni della Chiesa. Qui, in questa città, Pietro per primo predicò
la Buona Novella di Gesù Cristo il giorno di Pentecoste, quando circa tremila anime
si unirono al numero dei discepoli. Ancora qui i primi cristiani “erano perseveranti
nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle
preghiere” ( At 2,42). Da Gerusalemme il Vangelo si è diffuso “per tutta la terra...fino
ai confini del mondo” (Salmo 19, 4), ed in ogni tempo lo sforzo dei missionari del
Vangelo è stato sostenuto dalle preghiere dei fedeli, raccolti attorno all’altare
del Signore, per invocare la forza dello Spirito Santo sull’opera della predicazione. Soprattutto
sono state le preghiere di coloro la cui vocazione, secondo le parole di Santa Teresa
di Lisieux, è di essere “l’amore profondo nel cuore della Chiesa” (Lettera alla sorella
Maria del Sacro Cuore), che sostiene l’opera dell’evangelizzazione. Desidero esprimere
una particolare parola di apprezzamento per l’apostolato nascosto delle persone di
vita contemplativa che sono qui presenti, e ringraziarvi per la vostra generosa dedizione
ad una vita di preghiera e di abnegazione. Sono particolarmente grato per le preghiere
che offrite per il mio ministero universale e vi chiedo di continuare a raccomandare
al Signore il mio servizio al popolo di Dio in tutto il mondo. Con le parole del Salmista
chiedo anch’io a voi di “pregare per la pace di Gerusalemme” ( Sal 122,6), di pregare
continuamente per la fine del conflitto che ha arrecato così grandi sofferenze ai
popoli di questa regione. Ed ora vi imparto la mia Benedizione.