2009-05-11 16:40:06

Giovedì in Canada la Marcia nazionale per la vita


Nonostante i sondaggi rivelino che la maggior parte dei canadesi si oppone all’aborto senza alcun limite, il Canada non tutela legalmente la vita del nascituro durante i nove mesi di gravidanza. Ad affermarlo in un’intervista all’agenzia CNS è Gudrun Schulz, direttrice esecutiva dell’organizzazione pro-vita LifeCanada. “I sondaggi - ha detto l’attivista - dimostrano che due terzi dei canadesi vorrebbero almeno alcune restrizioni legali all’aborto”. Di questi un terzo chiede che la vita del bambino non nato venga tutelata dal concepimento fino alla nascita. Eppure l’attuale vuoto legislativo in materia - frutto della depenalizzazione dell’aborto decisa 40 anni fa dal Parlamento canadese e di una successiva sentenza della Corte Suprema - rende di fatto l’interruzione volontaria della gravidanza in Canada una pratica indiscriminata. “È quindi urgente - ha detto la Schultz - una legge che rifletta meglio gli orientamenti dei cittadini”. Un nuovo appello a riaprire il dibattito sull’aborto è venuto in questi giorni dall’Organismo cattolico per la vita e la famiglia (OCVF). In un messaggio per la prossima Marcia Nazionale per la Vita, in programma giovedì 14 maggio, l’organismo dei vescovi canadesi denuncia l’indifferenza e il silenzio generale sull’argomento, ma anche la mancanza di informazioni da parte dei media. “La possibilità di cambiare è molto concreta e potrà tradursi in realtà - si legge nel messaggio - se accettiamo la nostra responsabilità sociale e parliamo in difesa dei nascituri”. (L.Z.)







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