L'incoraggiamento del Papa ai cristiani della Giordania nella Messa ad Amman. Il testo
integrale dell'omelia
“Che il coraggio di Cristo nostro pastore vi ispiri e vi sostenga quotidianamente
nei vostri sforzi di dare testimonianza della fede cristiana e di mantenere la presenza
della Chiesa nel cambiamento del tessuto sociale di queste antiche terre”. E’ quanto
ha detto il Papa stamani nell’omelia della Messa da lui presieduta nell’International
Stadium di Amman alla presenza di almeno 30 mila persone. “La fedeltà alle vostre
radici cristiane – ha proseguito il Pontefice - la fedeltà alla missione della Chiesa
in Terra Santa, vi chiedono un particolare tipo di coraggio: il coraggio della convinzione
nata da una fede personale, non semplicemente da una convenzione sociale o da una
tradizione familiare; il coraggio di impegnarvi nel dialogo e di lavorare fianco a
fianco con gli altri cristiani nel servizio del Vangelo e nella solidarietà con il
povero, lo sfollato e le vittime di profonde tragedie umane; il coraggio di costruire
nuovi ponti per rendere possibile un fecondo incontro di persone di diverse religioni
e culture e così arricchire il tessuto della società. Ciò significa anche dare testimonianza
all'amore che ci ispira a ‘sacrificare’ la nostra vita nel servizio agli altri e così
a contrastare modi di pensare che giustificano il ‘stroncare’ vite innocenti”. Ecco
il testo integrale dell’omelia del Papa: Cari Fratelli
e Sorelle in Cristo, sono lieto di poter celebrare questa Eucaristia
insieme con voi all'inizio del mio pellegrinaggio in Terra Santa. Ieri dalle alture
del Monte Nebo, restando in piedi, ho sostato e guardato a questa grande terra, la
terra di Mosè, Elia e Giovanni il Battista, la terra nella quale le antiche promesse
di Dio furono adempiute con l'arrivo del Messia, Gesù nostro Signore. Questa terra
è testimone della sua predicazione e dei miracoli, della sua morte e risurrezione,
e dell’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa, il sacramento di un’umanità riconciliata
e rinnovata. Meditando sul mistero della fedeltà di Dio, ho pregato perché la Chiesa
in queste terre possa essere confermata nella speranza e fortificata nella sua testimonianza
al Cristo Risorto, il Salvatore dell'umanità. Veramente, come San Pietro ci dice oggi
nella prima lettura, “non vi è, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale
è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12). La
gioiosa celebrazione del Sacrificio eucaristico di oggi esprime la ricca diversità
della Chiesa Cattolica nella Terra Santa. Saluto tutti voi, con affetto, nel Signore.
Ringrazio Sua Beatitudine Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme, per le sue
gentili parole di benvenuto. Il mio saluto va anche ai molti giovani delle scuole
cattoliche che oggi portano il loro entusiasmo in questa Celebrazione eucaristica. Nel
Vangelo, che abbiamo appena ascoltato, Gesù proclama: “Io sono il buon pastore...
che dà la propria vita per le pecore" (Gv 10,11). Come Successore di san Pietro al
quale il Signore ha affidato la cura del suo gregge (cfr Gv 21,15-17), ho a lungo
atteso questa opportunità di stare davanti a voi come testimone del Salvatore risorto,
ed incoraggiarvi a perseverare nella fede, speranza e carità, in fedeltà alle antiche
tradizioni e alla singolare storia di testimonianza cristiana che vi ricollega all'età
degli Apostoli. La comunità cattolica di qui è profondamente toccata dalle difficoltà
e incertezze che riguardano tutti gli abitanti del Medio Oriente; non dimenticate
mai la grande dignità che deriva dalla vostra eredità cristiana, e non venite mai
meno al senso di amorevole solidarietà verso tutti i vostri fratelli e sorelle della
Chiesa in tutto il mondo! "Io sono il buon pastore",
ci dice il Signore, “conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me" (Gv 10,14).
Oggi in Giordania abbiamo celebrato la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
Meditando sul Vangelo del Buon Pastore, chiediamo al Signore di aprire i nostri cuori
e le nostre menti sempre di più per ascoltare la sua chiamata. Davvero, Gesù "ci conosce",
anche più profondamente di quanto noi conosciamo noi stessi, ed ha un piano per ciascuno
di noi. Sappiamo pure che dovunque egli ci chiami, troveremo felicità e appagamento;
di fatto troveremo noi stessi (cfr Mt 10,39). Oggi invito i molti giovani qui presenti
a considerare come il Signore li stia chiamando a seguirlo e a edificare la sua Chiesa.
Sia nel ministero sacerdotale o nella vita consacrata, sia nel sacramento del matrimonio,
Gesù ha bisogno di voi per far ascoltare la sua voce e per lavorare per la crescita
del suo Regno. Nella seconda lettura di oggi,
san Giovanni ci invita a "pensare al grande amore con il quale il Padre ci ha amati"
facendoci suoi figli adottivi in Cristo. L'ascolto di queste parole ci deve rendere
riconoscenti per l'esperienza dell'amore del Padre che abbiamo avuto nelle nostre
famiglie, mediante l'amore dei nostri padri e madri, nonni, fratelli e sorelle. Durante
la celebrazione del presente Anno della Famiglia, la Chiesa in tutta la Terra Santa
ha pensato alla famiglia come a un mistero di amore che dona la vita, mistero racchiuso
nel piano di Dio con una sua propria vocazione e missione: irradiare l'amore divino
che è la sorgente e il compimento di ogni altro amore delle nostre vite. Possa ogni
famiglia cristiana crescere nella fedeltà a questa sua nobile vocazione di essere
una vera scuola di preghiera, dove i fanciulli imparano il sincero amore di Dio, dove
maturano nell'autodisciplina e nell’attenzione ai bisogni degli altri, e dove, modellati
dalla sapienza che proviene dalla fede, contribuiscono a costruire una società sempre
più giusta e fraterna. Le forti famiglie cristiane di queste terre sono una grande
eredità tramandata dalle precedenti generazioni. Possano le famiglie di oggi essere
fedeli a questa grande eredità e non venga mai mancare il sostegno materiale e morale
di cui hanno bisogno per attuare il loro insostituibile ruolo a servizio della società. Un
importante aspetto della nostra riflessione in questo Anno della Famiglia, è stato
la particolare dignità, vocazione e missione delle donne nel piano di Dio. Quanto
la Chiesa in queste terre deve alla testimonianza di fede e di amore di innumerevoli
madri cristiane, Suore, maestre ed infermiere, di tutte quelle donne che in diverse
maniere hanno dedicato la loro vita a costruire la pace e a promuovere 1'amore! Fin
dalle prime pagine della Bibbia, vediamo come uomo e donna creati ad immagine di Dio,
sono chiamati a completarsi l'un l'altro come amministratori dei doni di Dio e suoi
collaboratori nel comunicare il dono della vita, sia fisica che spirituale, al nostro
mondo. Sfortunatamente, questa dignità e missione donate da Dio alle donne non sono
state sempre sufficientemente comprese e stimate. La Chiesa, e la società nel suo
insieme, sono arrivate a rendersi conto quanto urgentemente abbiamo bisogno di ciò
che il mio predecessore Papa Giovanni Paolo II chiamava "il carisma profetico" delle
donne (cfr Mulieris dignitatem, 29) come portatrici di amore, maestre di misericordia
e costruttrici di pace, comunicatrici di calore ed umanità ad un mondo che troppo
spesso giudica il valore della persona con freddi criteri di sfruttamento e profitto.
Con la sua pubblica testimonianza di rispetto per le donne e con la sua difesa dell'innata
dignità di ogni persona umana, la Chiesa in Terra Santa può dare un importante contributo
allo sviluppo di una cultura di vera umanità e alla costruzione della civiltà dell'amore. Cari
Amici, ritorniamo alle parole di Gesù nel Vangelo di oggi. Credo che esse contengano
un messaggio speciale per voi, suo gregge fedele, in queste terre dove Egli una volta
abitò. "Il buon pastore", Egli ci dice, "dà la propria vita per le sue pecore". All'inizio
della Messa abbiamo chiesto al Padre di "darci la forza del coraggio di Cristo nostro
pastore", che rimase costante nella fedeltà alla volontà del Padre (cfr Colletta,
della Messa della quarta domenica di Pasqua). Che il coraggio di Cristo nostro pastore
vi ispiri e vi sostenga quotidianamente nei vostri sforzi di dare testimonianza della
fede cristiana e di mantenere la presenza della Chiesa nel cambiamento del tessuto
sociale di queste antiche terre. La fedeltà alle vostre radici cristiane, la fedeltà
alla missione della Chiesa in Terra Santa, vi chiedono un particolare tipo di coraggio:
il coraggio della convinzione nata da una fede personale, non semplicemente da una
convenzione sociale o da una tradizione familiare; il coraggio di impegnarvi nel dialogo
e di lavorare fianco a fianco con gli altri cristiani nel servizio del Vangelo e nella
solidarietà con il povero, lo sfollato e le vittime di profonde tragedie umane; il
coraggio di costruire nuovi ponti per rendere possibile un fecondo incontro di persone
di diverse religioni e culture e così arricchire il tessuto della società. Ciò significa
anche dare testimonianza all'amore che ci ispira a "sacrificare" la nostra vita nel
servizio agli altri e così a contrastare modi di pensare che giustificano il "stroncare"
vite innocenti. "Io sono il buon pastore; conosco
le mie pecore e le mie pecore conoscono me" (Gv 10,14). Rallegratevi perché il Signore
vi ha fatti membri del suo gregge e conosce ciascuno di voi per nome! Seguitelo con
gioia e lasciatevi guidare da Lui in tutte le vostre strade! Gesù sa quante sfide
vi stanno davanti, quali prove dovete sopportare e conosce il bene che voi fate in
suo nome. Abbiate fiducia in Lui, nel durevole amore che Egli porta per tutti i membri
del suo gregge e perseverate nella vostra testimonianza al trionfo del suo amore.
Che san Giovanni Battista, patrono della Giordania, e Maria, Vergine e Madre, vi sostengano
con il loro esempio e la loro preghiera e vi conducano alla pienezza della gioia negli
eterni pascoli, dove sperimenteremo per sempre la presenza del Buon Pastore e conoscere
per sempre le profondità del suo amore. Amen. Parole
del Papa la Regina Caeli: Cari Amici, durante la
Messa ho parlato del carisma profetico delle donne, come portatrici di amore, maestre
di misericordia e costruttrici di pace. L’esempio supremo delle virtù femminili è
la Beata Vergine Maria: la Madre della Misericordia e Regina della Pace. Mentre ora
ci rivolgiamo a lei, invochiamo la sua materna intercessione per tutte le famiglie
di queste terre, affinché possano veramente essere scuole di preghiera e scuole di
amore. Chiediamo alla Madre della Chiesa di volgere lo sguardo misericordioso su tutti
i Cristiani di queste terre; con l’aiuto delle sue preghiere possano essere veramente
una cosa sola nella fede che professano e nella testimonianza che offrono. A lei che
ha risposto così generosamente all’annuncio dell’angelo ed ha accettato la chiamata
a diventare la Madre di Dio, chiediamo di dare coraggio e fortezza a tutti i giovani
che oggi discernono la propria vocazione, così che anch’essi possano dedicare generosamente
se stessi a compiere la volontà del Signore. In questo tempo pasquale è col titolo
di Regina Caeli che noi ci rivolgiamo alla Beata Vergine. Come frutto della Redenzione
conquistata dalla morte e risurrezione del Figlio suo, anche Lei fu innalzata ad una
gloria eterna e coronata quale Regina dei Cieli. Con grande fiducia nella potenza
della sua intercessione, ci rivolgiamo a lei ora con gioia nei nostri cuori e con
amore per la nostra gloriosa sempre Vergine Madre, ed invochiamo le sue preghiere.