La Chiesa in Pakistan: cessino le violenze anticristiane!
Terrore e violenza in Pakistan contro le comunità cristiane. Nelle ultime settimane
si sono moltiplicati gli attacchi dei talebani e dei fondamentalisti islamici a danno
dei cristiani. A Karachi, famiglie cristiane sono state aggredite la settimana scorsa
da gruppi talebani armati che hanno ucciso un bambino. Pochi giorni prima, in un villaggio
vicino Faisalabad, un altro crimine efferato: una bambina cristiana di nove anni è
stata violentata ed uccisa. Su questa ondata di inaudita violenza anticristiana, Alessandro
Gisotti ha intervistato padre Emmanuel Yousaf Mani, direttore della Commissione
Giustizia e Pace della Conferenza episcopale pakistana:
R. – It’s
not only the Christians who are suffering in the Country: … Non sono soltanto
i cristiani che soffrono nel Paese: in realtà, l’intero Paese soffre molto. Noi siamo
parte di questo Paese, facciamo parte di questo Paese e questo Paese fa parte di noi.
Noi cristiani abbiamo svolto un ruolo vitale e molto importante, e questi elementi
– che peraltro non sono molti, numericamente – stanno minacciando tutti. Siamo ormai
tutti vulnerabili. Recentemente, quando la nostra comunità è stata aggredita, a Karachi,
io ero lì: un bambino è rimasto ucciso e tre-quattro persone sono state gravemente
ferite e sono state distrutte delle case. Queste persone, questi elementi fanno pressione
anche su di noi in quanto comunità cristiana. Noi ci sentiamo uniti all’intera comunità
del Pakistan ed io credo che anche loro si sentano uniti con noi, nel Paese. D.
- I vescovi del Pakistan e lei stesso avete chiesto insistentemente alle autorità
di fermare la “talebanizzazione” della società: quali sono le sue aspettative? R.
– I believe that this small group … Credo che questo gruppo di orientamento
talebano non sia molto grande. Vogliono portare le loro idee in questo Paese. Nemmeno
la maggior parte dei musulmani si trova d’accordo con loro, né con il loro operato.
La mia opinione personale è che debbano essere fermati con mezzi pacifici, perché
noi in questo Paese, in Pakistan, ci dobbiamo vivere! D. – Quindi,
lei pensa che sia possibile creare questo spirito di riconciliazione in Pakistan? R.
– Yes, but at least if there are extreme views, you see, and when there are … Sì,
ma ci sono ideologie estreme, e quando ci sono estremismi e la gente non è disposta
ad ascoltare nessuno, penso che debba essere fatto qualcosa. Ci sono persone che possono
mettersi sedute attorno ad un tavolo, ma la riconciliazione può avvenire soltanto
quando le persone sono disposte ad abbandonare le loro opinioni estreme. Queste persone
hanno deciso di imporre il loro pensiero ma non credo che questo possa funzionare,
in questo Paese! D. – Lei pensa che la legge sulla blasfemia
che vige in Pakistan possa diventare un problema, che possa essere utilizzata per
discriminare le minoranze religiose? R. – It is already! This
blasphemy law has been always used against Christians … Già succede, questo!
Questa legge sulla blasfemia è stata sempre usata contro i cristiani, e noi non abbiamo
cessato di ripetere al governo che dovrebbe essere cancellata; abbiamo anche chiesto
ed abbiamo spiegato loro che arriverà il giorno in cui questa legge sarà usata in
modo scorretto non più soltanto contro i non-musulmani, ma contro i musulmani stessi.
E i fatti ci stanno dando ragione.