2009-05-08 14:19:42

Intervento del cardinale Antonelli sulla famiglia e la sua missione educativa


“Relativismo etico, soggettivismo libertario, egocentrismo e narcisismo, utilitarismo, consumismo, individualismo, scientismo”: sono queste secondo il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, le tendenze culturali sfavorevoli alla famiglia e alla dignità della persona umana, che in forza della globalizzazione si diffondono sempre più in tutto il mondo. Il porporato è intervenuto ieri sera, con una relazione dal titolo “La famiglia e la sua missione educativa”, alle Giornate della Famiglia promosse dalla Delegazione di pastorale della famiglia della diocesi di Barcellona. Dopo aver ricordato “lo splendido tempio della Sagrada Familia, progetto del grande architetto e Servo di Dio Antoni Gaudí”, il cardinale Ennio Antonelli ha affermato che oggi “la famiglia non è percepita come una specifica comunità di persone, unite da legami profondi, e come importante soggetto sociale con diritti e doveri”. Viene ridotta – ha spiegato il porporato - ad una somma di individui che abitano la stessa casa per un certo tempo”. Tra i fattori che destabilizzano a livello globale la famiglia, il cardinale Ennio Antonelli ha ricordato “l’oscuramento della dignità e sacralità della persona umana” e il “preoccupante calo demografico in varie aree geografiche”. “Alla crisi demografica – ha affermato - si aggiunge la crisi della missione educativa della famiglia. Altri elementi sono la priorità data al lavoro rispetto alla cura dei figli e l’atteggiamento permissivo dovuto anche al relativismo etico e religioso. “Alcuni giovani e ragazzi – ha osservato il cardinale Ennio Antonelli - appaiono spiritualmente vuoti ed esistenzialmente poveri, anche se spesso appartengono a famiglie economicamente benestanti. Si sono incamminati sulla via della trasgressione e del delitto per tentare di uscire dalla noia, dalla solitudine, dall’insicurezza. Di solito si sono messi in un gruppo per sentirsi forti. Per loro il gruppo conta assai più della famiglia”. Una sana e amorevole vita familiare è invece in grado di alimentare “in tutti i suoi membri le virtù personali e sociali: fiducia negli altri, giustizia, servizio, laboriosità, cura dei più deboli, gratuità, perdono, reciprocità, dialogo, sincerità, fedeltà, esercizio dell’autorità come servizio, generosa obbedienza, cooperazione, solidarietà, rispetto della natura”. “Le ricerche sociologiche – ha concluso il porporato le cui parole sono state riprese dal Sir - mostrano, in base a vari indicatori, che le famiglie sane contribuiscono fortemente a creare beni relazionali e benessere economico, a promuovere la coesione e lo sviluppo della loro nazione; le famiglie disgregate provocano degrado etico e disgregazione sociale”. “Corrisponde dunque all’interesse pubblico che le famiglie siano unite e stabili, fondate sul matrimonio di un uomo e una donna, capaci di compiere la loro missione procreativa ed educativa”. (A.L.)







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