2009-05-07 15:37:30

La Chiesa in Corea ribadisce il suo ‘no’ alla ricerca sulle staminali embrionali


La Chiesa in Corea – riferiscono le agenzie Zenit e Ucanews - si dichiara contraria alla decisione del Comitato nazionale di bioetica (Cnb) di autorizzare la ricerca con embrioni umani in un ospedale locale, cosi come annunciato il 29 aprile scorso. Il presidente del Comitato di bioetica della Conferenza episcopale coreana, mons. Gabriel Chang Bong-hun, vescovo di Cheongju, ha reagito immediatamente all'annuncio del Cnb con una nota dove si esprime preoccupazione per questa ricerca, che implica la manipolazione e la distruzione di embrioni, ciascuno dei quali è una vita umana. Il presule sottolinea che la Chiesa è consapevole del dolore delle persone che soffrono per malattie incurabili, ricordando il suo sostegno alla ricerca sulle cellule staminali adulte. In Corea del Sud sono state sviluppate diverse ricerche con cellule staminali adulte nell'Istituto di Terapia Cellulare e Genetica del Centro medico cattolico, affiliato alla Scuola di medicina dell'Università cattolica della Corea, alcune delle quali finanziate dal Governo stesso. Attualmente, nel Paese asiatico è permessa la ricerca con embrioni a scopi terapeutici e a determinate condizioni stabilite dal Cnb. La decisione del Comitato nazionale di bioetica deve essere ora approvata dal Ministero della salute, del benessere e delle questioni familiari. Da quando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha eliminato - il 9 marzo scorso - le restrizioni imposte dal precedente Governo alla ricerca sugli embrioni, i mezzi di comunicazione e gli scienziati della Corea del Sud hanno esercitato pressioni sul Governo perché permetta queste ricerche. Allo stesso tempo, la Corea del Sud ha ancora molto vivo il ricordo dei problemi etici sollevati da ricerche come quella che è stata presentata erroneamente al mondo come la prima clonazione di un embrione umano, nel 2005. Già allora, i vescovi del Paese avevano pubblicato il documento "L'embrione umano è una vita. Tutti siamo stati embrioni", in risposta a quella ricerca del professor Hwang Woo-suuk, dell'Università nazionale di Seul. Tra le altre cose, i presuli coreani chiedevano che la clonazione e la ricerca sugli embrioni fossero condannate ed evitate sfruttando l'essere umano e riducendolo ad un mero mezzo e non rispettando la sua dignità umana. Ricordavano anche che l'uomo non può essere sottoposto a una scienza senza limiti e che la scienza dev'essere al servizio della vita umana e del bene di tutta l'umanità. Lo stesso Papa Benedetto XVI ha avvertito, ricevendo l'ambasciatore della Corea del Sud nel 2007, del rischio che la ricerca scientifica calpesti la dignità fondamentale dell'essere umano, come accade con gli esperimenti sugli embrioni umani che poi vengono distrutti. (R.G.)







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