Economia e partenariato con l’est i temi del Vertice a Praga
Gettare le basi per una risposta comune europea all’emergenza sociale, provocata dalla
crisi finanziaria. Rafforzare la collaborazione con i Paesi a est dell’Unione Europea,
appartenuti all’ex Unione sovietica. Dare impulso alla diversificazione delle fonti
energetiche per un'Europa sempre meno dipendente dal gas russo. Questi gli obiettivi
della due giorni di Praga: la capitale della Repubblica Ceca ospita oggi il summit
dei Ventisette sull’occupazione e il vertice Ue sul partenariato orientale, mentre
domani accoglierà gli incontri sul cosiddetto “corridoio sud” per il transito del
gas verso l’Ue. A proposito del partenariato orientale, oggi i rappresentanti di Bruxelles
incontrano i leader di Georgia, Ucraina, Moldova, Bielorussia, Armenia ed Azerbaijan.
L’Ue arriva a questo appuntamento forte dell’approvazione, ieri, del Trattato di Lisbona
da parte del Senato ceco. Ce ne parla da Praga l’inviata del Sole24Ore, Adriana
Cerretelli, intervistata da Giada Aquilino:
R. - Direi
che arriva un pò meglio di come avrebbe potuto, nel senso che se ci fosse stato un
“no” al Senato ceco, sarebbe stata una tragedia per l’Europa, il Trattato di Lisbona
sarebbe saltato e l’Europa sarebbe ripiombata in una crisi istituzionale, proprio
nel momento in cui lancia una nuova politica di partenariatoorientale
con dei Paesi che hanno, certamente, un’importanza strategica per l’Europa. Parliamo
di Ucraina, Georgia, Bielorussia, Moldova, Azerbaijan - che è assolutamente essenziale
per avere l’alternativa delle forniture energetiche rispetto appunto a quelle russe
- ed infine l’Armenia.
D. - Perché ora l’Unione Europea
vuole aprire una nuova politica di partenariatocon queste sei ex Repubbliche
sovietiche?
R. - Perché con l’allargamento, i confini
dell’Unione si sono spostati sempre più ad est e quindi queste zone - che sono molto
instabili, che hanno dei problemi e non hanno ancora trovato i loro equilibri politici
interni - rappresentano sicuramente un interesse vitale per l’Europa, che ha invece
bisogno di stabilità ai confini. Quindi, il partenariatoorientale,
che significa sostanzialmente cooperazione economica, diventa un interesse vitale
per l’Europa allargata.
D. - Eppure, questo obiettivo
di stabilità, nel momento attuale, appare quanto meno difficile: sono iniziate le
manovre della Nato in Georgia a pochi giorni da un tentato golpe a Tbilisi, l’Ucraina
è abbastanza instabile, la Moldova è percorsa da moti di insurrezione…
R.
- Diciamo che l’Europa si avventura su un terreno minato, perché questa instabilità
da una parte la induce a tentare di stabilizzare l’Est e, dall’atra, si va a scontrare
con la Russia che ritiene da sempre questi Paesi una sua esclusiva zona di influenza
e non gradisce interlocutori alternativi.
Parlamento
Europeo sulle parole del Papa Il parlamento europeo ha bocciato con 253 "no",
199 "sì" e 61 astenuti un emendamento presentato da Marco Cappato e da Sophie In't
Veld, a nome del gruppo liberaldemocratico, per “condannare fermamente” le recenti
affermazioni di Benedetto XVI sull'uso del preservativo nella lotta all'Aids. L'emendamento
proposto riguardava il rapporto annuale sui diritti umani nel mondo. Ieri, in Spagna
i due principali partiti - il Psoe del premier José Luis Zapatero e il Partido popular
all'opposizione - hanno fatto sapere che non avrebbero votato a favore di una mozione
critica nei confronti delle dichiarazioni del Papa in Africa su Aids e preservativi,
presentata la settimana scorsa al Congresso dei Deputati di Madrid dal piccolo gruppo
di Izquierda Unida (sinistra).
La BCE taglia di un quarto di punto il tasso
di riferimento La Banca centrale europea ha tagliato di un quarto di punto
il tasso di riferimento, portandolo all'1%. Il taglio deciso oggi porta il costo del
denaro al minimo storico da quando la Bce ha iniziato a gestire la politica monetaria
nel 1999. La decisione era ampiamente attesa dal mercato. Il differenziale tra il
costo del denaro negli Stati Uniti e quello nell'Eurozona si attesta sull'1%, tenuto
conto che la Fed ha praticamente azzerato il tasso sul Fed Funds, fissando un range
compreso tra 0 e 0,25%.
Ucciso il figlio di un leader talebano in Pakistan Il
figlio di uno dei leader più importanti del movimento talebano in Pakistan è stato
ucciso in un bombardamento dell'esercito nella parte nordoccidentale del Paese. Si
tratta del figlio dell’uomo che aveva ottenuto dal governo l'imposizione della sharia
in cambio di una pace, già finita, con i talebani. Il giovne è stato ucciso a Maidan,
nel distretto del Dir basso, nella zona nord occidentale del Paese ai confini con
l'Afghanistan. Nella zona, da dieci giorni, è in corso una imponente offensiva dell'esercito
nei confronti dei talebani.
Obama - terrorismo Dopo qualche mese
di rapporti tiepidi, Barack Obama offre il proprio pieno supporto ai leader di Afghanistan
e Pakistan e rafforza il patto a tre contro Al Qaeda e i talebani, chiedendo nello
stesso tempo maggiore iniziativa e risultati chiari a Kabul e Islamabad nella lotta
all'estremismo islamico. Ma la due giorni di incontri sull'area "Af-Pak" si è aperta
a Washington all'insegna dell'angoscia per le decine di vittime civili in Afghanistan
causate da quello che appare un raid americano finito fuori controllo. Obama ha promesso
che gli Usa faranno “tutto il possibile” per evitare vittime fra la popolazione. La
Casa Bianca, il Pentagono e il Dipartimento di Stato non hanno però ammesso apertamente
la responsabilità per quello che è accaduto nella provincia di Farah, spiegando di
voler prima accertare i fatti.
Ucciso un soldato israeliano in Cisgiordania Un
soldato israeliano è stato ucciso stamani nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania,
nel corso di una “missione operativa”. Le autorità militari hanno aperto un'inchiesta.
Secondo alcune fonti, il militare potrebbe essere stato ucciso da "fuoco amico". In
ogni caso, nel corso di disordini scoppiati nella universitaria città palestinese.
Riportati
in Libia i 227 immigrati avvistati ieri al largo di Lampedusa Il ministro italiano
dell'Interno, Roberto Maroni, terrà oggi alle 16, al Viminale, una conferenza stampa
per illustrare i dettagli dell'operazione che ha consentito di riportare in Libia
i 227 immigrati avvistati ieri al largo di Lampedusa. Della vicenda hanno parlato
questa mattina, in un colloquio telefonico, i ministri dell’Interno di Italia e Malta.
I due Paesi, protagonisti nei giorni scorsi di un braccio di ferro diplomatico sul
soccorso di immigrati nel Mediterraneo, si sono detti oggi d’accordo sulla linea del
rimpatrio immediato. “Grave preoccupazione” per la vicenda è stata espressa dall'Alto
commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Debora Donnini ha
intervistato Gabriele del Grande, scrittore e giornalista fondatore dell’Osservatorio
Fortress Europe, che si occupa dei temi dell’immigrazione. Gli ha chiesto innanzitutto
che cosa potrà accadere, a suo avviso, alle persone rimpatriate:
R. - Succederà
che, in base alla nostra esperienza - ho visitato la Libia anche pochi mesi fa - saranno
tenuti in questi campi per gli immigrati che si trovano in Libia, in parte finanziati
dall’Italia e dall’Unione Europea: ce ne sono almeno una ventina. Da lì, ci saranno
poi destini diversi, nel senso che per alcune nazionalità il rimpatrio si fa abbastanza
rapidamente - penso ai cittadini egiziani, ai tunisini che, normalmente, nel giro
di pochi giorni o poche settimane, vengono riammessi nei propri Paesi. Tutta un’altra
storia, invece, per quelle nazionalità che in Libia non hanno nessuna ambasciata,
per esempio il Camerun, la Gambia… Io ho incontrato a novembre un ragazzo del Camerun
che stava da due anni in carcere senza aver commesso nessun reato, semplicemente fermato
sulla rotta per l’Italia: non c’è appunto l'ambasciata del suo Paese a Tripoli e
quindi nessuno lo può identificare e rimpatriare. Poi, c’è il discorso fondamentale
dei rifugiati politici, che sono un terzo delle persone che arrivano a Lampedusa:
queste persone, se rimpatriate nel proprio Paese, rischiano persecuzioni, in alcuni
casi anche la vita.
D. Dunque, l’Italia nel Mediterraneo
è in qualche modo un ponte per l’arrivo degli immigrati: poi che cosa accade?
R.
- L’Italia è una porta d’ingresso sull’Europa. Chiaramente, quando uno si trova a
dover viaggiare senza documenti, sceglie il posto più vicino, il posto più facile
per passare… i rifugiati, ad esempio, preferiscono andarsene verso i Paesi del Nord
Europa dove ci sono migliori sistemi di accoglienza. Ci sono mille fattori che influiscono
e anche questo è un problema serio, perché ad esempio giustamente Malta e l’Italia
chiedono all’Europa: perché noi dobbiamo farci carico di tutti i rifugiati che attraversano
il Mediterraneo? Ora, la mia domanda è: qual è la soluzione? Respingere tutti in Libia
dove non esiste nessuna tutela per i rifugiati politici, o magari, come alcuni propongono,
suddividere quel carico sui 25 Paesi dell’Unione Europea?
Francia, immigrati
rischiano morte nell’acido Dodici immigrati si erano nascosti in un’autocisterna,
nei pressi del porto di Calais, in Francia. Non sapevano, però, che l’autobotte sarebbe
stata riempita di acido solforico in uno stabilimento industriale. Il personale addetto
alle fasi di riempimento ha scongiurato che gli uomini finissero tragicamente disciolti.
Dalla chiusura del centro d'accoglienza della Croce Rossa di Sangatte, avvenuta nel
novembre del 2002, nella zona sono accampati centinaia di immigrati, in particolare
afghani, eritrei, iracheni e somali. Si nascondono nei camion, imbarcati sui traghetti,
per raggiungere l'Inghilterra.
Sri Lanka L'esercito dello Sri Lanka
ha conquistato quello che si ritiene essere l'ultimo bunker delle Tigri Tamil. Lo
riferiscono la stampa cingalese e fonti dell'esercito di Colombo. Le truppe della
58.ma divisione hanno conquistato un bunker sotto terra, nel quale hanno trovato letti,
cibo, munizioni e armi. Il bunker si trovava nella giungla nei pressi di Vellamullivaikkal,
l'area di pochi chilometri nella quale si sono concentrati gli ultimi ribelli delle
Tigri Tamil. L'esercito ha anche trovato tre cadaveri, probabilmente di ribelli, uccisi
durante i combattimenti. Altri battaglioni dell'esercito cingalese hanno invece dichiarato
sicure le zone di Ampalavanpokkanai, Nelwelikulam, Kuppilankulam, Waduvakkal, Murusumudai
e Nachchikuda, nelle quali hanno sequestrato armi e munizioni, anche artiglieria pesante,
appartenuti all'esercito di liberazione delle Tigri Tamil.
India - tensioni
elettorali Diversi gli scontri che si registrano in India per il quarto e penultimo
turno delle elezioni, che si concluderanno il 13 maggio prossimo. A Calcutta, un attivista
comunista è rimasto ucciso da una bomba a mano. A Rajasthan, un uomo è morto in un
conflitto a fuoco con la polizia, dopo aver cercato di prendere in ostaggio gli scrutatori
di un seggio. In diverse località, nei pressi di Calcutta, ci sono feriti tra sostenitori
di diversi partiti. Proteste e scontri anche in Jammu e Kashmir. Altre due persone
sono morte a West Bengala, ma stavolta per il caldo “indiano”, molto sentito in questi
giorni. La tornata elettorale, interesserà sette Stati indiani e New Delhi per un
totale di 94 milioni di elettori, chiamati a scegliere 85 candidati nella capitale
dell'Unione e negli Stati settentrionali del Punjab, Haryana, Bihar, Rajasthan, Jammu
e Kashmir, Uttar Pradesh e West Bengala.
Incendi in California: case distrutte,
vigili feriti, migliaia gli evacuati Migliaia di persone costrette a lasciare
le proprie case per i violenti incendi a Santa Barbara, in California. Da giorni bruciano
le aree boschive, cinquecento ettari di terreno sono stati già divorati dalle fiamme.
Almeno venti le case distrutte, 1.200 quelle evacuate, tre i vigili del fuoco rimasti
feriti. Il rogo, secondo le autorità locali, sarebbe di origine dolosa e va estendendosi
a causa dei forti venti che spazzano la zona. Nel fine settimana, le raffiche hanno
sfiorato i 100 km orari. Il governatore, Arnold Schwarzenegger, ha dichiarato lo “stato
di emergenza”.
Si alza il tasso di disoccupazione in Nuova Zelanda Il
tasso di disoccupazione registrato in Nuova Zelanda nel primo trimestre dell’anno
risulta essere il più alto registrato negli ultimi sei anni. Passa dal 4,7 al 5%.
Nel quarto trimestre del 2007, il tasso di disoccupazione era di appena il 3,4%. I
dati sono stati pubblicati oggi dall'Ufficio di statistica. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza e Anna Villani)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 127
E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.