Sudafrica: lettera del presidente dei vescovi al nuovo capo di Stato
Una lettera aperta, incentrata sulle priorità sociali del Paese, è stata scritta dal
presidente della Conferenza episcopale del Sudafrica, l’arcivescovo Buti Tlhagale,
al capo di Stato Jacob Zuma. Il nuovo presidente, in quanto leader della coalizione
vincitrice delle elezioni parlamentari del 22 aprile, sarà eletto ufficialmente capo
dello Stato sabato prossimo, 9 maggio. A lui, mons. Tlhagale ricorda che “In Sudafrica
sta per iniziare una nuova era” e che spera di “vedere la Chiesa e le altre comunità
di fede contribuire alla costruzione di una cultura della vita nel Paese”. Il presule
ribadisce che “la cultura del diritto deve essere promossa e implementata da una cultura
della responsabilità, intesa come scelta personale e collettiva per il bene comune
di tutti”. Mons. Tlhagale sottolinea inoltre che la principale priorità del Sudafrica
è la ricostruzione del Paese sulla base di principi democratici “che permettano a
più voci possibili di essere ascoltate. Le voci della società civile e delle comunità
di fede sono importanti, ma molto importanti sono anche le voci degli emarginati e
dei sofferenti”. Il presidente della Conferenza episcopale sudafricana si sofferma
anche sul dramma della povertà, sul problema degli anziani, dei malati, dei migranti
irregolari, dei bambini orfani e ribadisce: “Una società si misura non con il successo
del più forte, del più ricco o del più potente, ma con l’attenzione nei confronti
dei più deboli e dei più indifesi”. Per questo, mons. Tlhagale auspica azioni concrete,
da parte dei politici, nei confronti dei poveri, così che la loro tutela diventi il
primo punto in agenda. Ma, nella sua lettera, il presule elenca anche altre questioni
che aspettano una soluzione: la sicurezza sul lavoro, la tutela dell’ambiente e la
riforma agraria, quest’ultima fondamentale per “assicurare cibo ed acqua” a tutti
i sudafricani. Nel documento l’arcivescovo affronta anche il tema dell’Aids: “La più
grande minaccia per la salute e la sicurezza nazionale - scrive - deve essere trattata
con la gravità che merita, in modo tale che le risorse che essa richiede siano usate
in modo efficace, sia per sradicare la malattia, sia per alleviare gli enormi traumi
che essa provoca”. Mons. Tlhagale suggerisce una strategia: “Il settore delle Ong
può e deve avere in ruolo di sostegno nel debellare questa minaccia, ma è importante
che il governo prenda l’iniziativa e che guidi una parte più ampia della società in
questa battaglia”. “Siamo stanchi – continua il presule – di lottare con il governo
per ciò che è costituzionalmente, legalmente e moralmente obbligato a fare. Speriamo
che l’Aids divenga una priorità nazionale”. Per questo, ricorda il presule, diventa
cruciale “un atteggiamento sessuale responsabile” per fermare la diffusione della
malattia e per promuovere una società sana. Un ulteriore pensiero viene poi rivolto
ai giovani, perché solo “instillando nei bambini e nei ragazzi un senso di attenzione
alla vita, di cura per gli altri e di rispetto della legge” si renderà possibile la
realizzazione del bene comune della società. Una riflessione particolare viene dedicata
poi al grande tema della vita: innanzitutto, viene esplicitamente chiesto al presidente
designato Zuma di non inserire, nell’agenda politica, il dibatto sulla reintroduzione
della pena di morte nel Paese; quindi, mons. Tlhagale si sofferma sul dramma dell’aborto:
“Io credo – scrive – che la vita sia sacra dal concepimento fino alla fine naturale.
Io chiedo e spero in un dialogo positivo ed onesto, fra tutti i settori della società,
sui modi con i quali possiamo ridurre la pratica dell’aborto”. Ma la discussione,
continua ancora mons. Tlhagale, “deve includere un metodo per eliminare quelle situazioni
e circostanze in cui si ritrovano le donne che sentono l’aborto come l’unica soluzione
possibile”. L’auspicio finale è che si giunga ad una vera riconciliazione nazionale,
affinché il Paese raggiunga “un’identità profondamente radicata e piena, in cui tutti
i Sudafricani si sentano inclusi”. (I.P.)