2009-05-06 14:20:14

Mons. Migliore: ancora troppo lontano il disarmo nucleare


Il disarmo nucleare, la non proliferazione delle armi nucleari, e l’uso pacifico dell’energia nucleare sono “tre pilastri che si rafforzano a vicenda”. Lo ha sottolineato l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede, presso le Nazioni Unite, intervenuto ieri a New York ai lavori del Comitato preparatorio della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (NPT), prevista nel 2010. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Su tutti i fronti del nucleare si rende necessario - ha premesso l’arcivescovo Migliore - “un progresso urgente e irreversibile”. E dopo 40 anni dal suo varo nel 1968, il Trattato di non proliferazione nucleare rimane “una pietra miliare del disarmo”, così pure “uno strumento chiave” per rafforzare “la sicurezza e la pace a livello internazionale”.

 
Da qui l’appello per “un’adesione piena e universale” al Trattato e per la sua applicazione, a fronte di un numero ancora altissimo di testate nucleari nel mondo, oltre 26 mila, ha ricordato mons. Migliore denunciando che “alcune Nazioni stanno ancora lottando per entrare nel ‘club nucleare’, a dispetto degli obblighi legalmente vincolanti del Trattato”. Il presule ha quindi chiesto “a tutti gli Stati di adoperarsi per “un mondo libero dalle armi nucleari”, e di adottare misure “per promuovere fiducia, trasparenza e cooperazione tra Nazioni e regioni”, puntando a cinque obiettivi: l’adesione al Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT); l’avvio di negoziati sul Trattato per eliminare il materiale fissile; la cooperazione nel campo dell’uso pacifico dell’energia nucleare sotto lo stretto controllo dell’Agenzia per l’energia atomica (AIEA); la ricerca di soluzioni comuni e di strutture internazionali per produrre combustibile nucleare, rispondendo alle crescenti necessità di energia.

 
Detto ciò “le zone libere da armi nucleari restano l’esempio migliore” – ha rimarcarto l’Osservatore permanente della Santa Sede - per avvalorare “che la pace e la sicurezza sono possibili” senza possedere tali armi. Infine il richiamo a tutti Stati dotati di armi nucleari “ad assumere un ruolo coraggioso di leadership e la responsabilità politica di salvaguardare l’integrità del Trattato di non proliferazione e di creare un clima di fiducia, di trasparenza e vera cooperazione, in vista di una concreta realizzazione di una cultura della vita e della pace”.







All the contents on this site are copyrighted ©.