Genova ricorda il cardinale Siri nel 20. mo della sua scomparsa
Grande pastore, guida indimenticabile per Genova, uomo di intensa e convinta fede
e di grande cultura. Tutto questo è stato il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo
per 40 anni nel capoluogo ligure e così lo ha descritto il suo attuale successore,
il cardinale Angelo Bagnasco. L'occasione è stata la Messa celebrata presso la cattedrale
di San Lorenzo dallo stesso porporato e presidente della Cei in occasione del ventesimo
della scomparsa di Siri. Genova non lo ha dimenticato, ha detto Bagnasco, e soprattutto
il suo ricordo è vivo nel mondo del lavoro che ebbe tanto a cuore. “Era riconosciuto
come punto di riferimento e sicurezza di cui ci si poteva fidare. Figlio di povera
gente, comprendeva ed amava i lavoratori”, ha affermato nell'omelia l'arcivescovo
di Genova, ricordando soprattutto quante persone con la tuta affollarono la cattedrale
quando ne venne esposta la salma, vent'anni fa appunto. “Sembrava – ha proseguito
Bagnasco – che volessero vegliare il loro vescovo che sentivano come padre”. Ma l'opera
di Siri, capace di grande carità, definita “discreta e concreta”, ha ricordato ancora
il cardinale Bagnasco, travalicò la città e grande fu il suo contributo ai lavori
del Concilio. Era molto colto, ha insistito il ricordo tracciato dall'attuale vescovo
genovese, ma non sfoggiava questa qualità, piuttosto lo faceva “per saggezza”. E per
il ventesimo è stata anche posta una lapide presso il liceo genovese dove insegnò
religione prima di diventare arcivescovo. (A cura di Dino Frambati)