L’arcivescovo di Torino, il cardinale Poletto, smentisce nuove ricerche sulla Sindone
Nessuna ricerca è in corso sulla Sindone, il lenzuolo nel quale - secondo la tradizione
- è stato avvolto il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce. “Nessun nuovo
prelievo di materiale a scopo di ricerca è avvenuto sulla Sindone” dopo l’ultimo effettuato
il 21 aprile 1988, ha precisato il cardinale Severino Poletto, spiegando che “sia
alla Proprietà sia alla Custodia della Sindone non consta che possa esistere materiale
residuo di quel prelievo in mano di terzi”. E’ la sintesi dell’intervento ieri dell’arcivescovo
di Torino sulla vicenda, che ha tenuto banco sulla stampa nei giorni scorsi. Agli
scienziati che attendono nuovi studi, il porporato, ha chiesto in sintesi di “pazientare”
in vista di nuovi programmi di ricerca, comunque da concertare insieme. Indiscrezioni
rivelavano ulteriori prelievi dal lenzuolo di lino, conservato dal 1578, nel Duomo
di Torino, quando vi arrivò da Chambéry, antica capitale del Ducato di Savoia. “'Non
essendoci nessun grado di sicurezza - ha chiarito l’arcivescovo di Torino - sull'appartenenza
dei materiali sui quali sarebbero stati eseguiti gli esperimenti in questione sul
lenzuolo sindonico la Proprietà e la Custodia dichiarano di non poter riconoscere
alcun serio valore ai risultati di tali esperimenti”. Nel clima di reciproca fiducia
con il mondo degli scienziati, la Santa Sede e l'arcivescovo di Torino invitano quindi
gli scienziati “a pazientare finché sia giunto il tempo per la realizzazione di un
chiaro programma di ricerche organicamente concertate”. In proposito, si comunica
“che il programma di ricerche è ancora sospeso fino al termine della prossima ostensione
(2010), mentre si spera di poterne avviare una realizzazione nel periodo successivo''.
La Sindone si presenta con due linee scure e triangoli bianchi, segni di bruciature
(un incendio nel 1532), con le impronte di un'immagine frontale e dorsale di un uomo
morto per crocifissione. L’ultima volta che è stata oggetto di lavori è stato fra
il 20 giugno e il 23 luglio 2002, quando si è provveduto a scucire completamente la
Sindone dal telo d'Olanda su cui era fissata dal 1534: sono state rimosse tutte le
toppe cucite dalle Clarisse di Chambéry e un nuovo supporto è stato unito al Telo
sindonico. Fu effettuata inoltre la scansione digitale completa sia sul lato dell'immagine
sia su quello posteriore. Infine, fu realizzata una nuova documentazione fotografica
completa della Sindone. “Quanto è stato ottenuto nell'intervento del 2002 - ha ricordato
il cardinal Poletto - è stato immediatamente inventariato e posto sotto sigillo, a
totale ed esclusiva disposizione e discrezione della Santa Sede”. Ciò non vuol dire
porre pregiudiziali ai programmi di ricerca come ha concluso lo stesso arcivescovo
di Torino. ''E' indiscusso per la Chiesa - ha precisato - che ogni scienziato abbia
il diritto di fare le ricerche opportune in campo sindonico nell'ambito della sua
competenza, nel rispetto della sensibilità dei fedeli e dei diritti della Proprietà
della Sindone. Al telo sindonico sono dedicati tre volumi, che saranno presentati
nel pomeriggio del 7 maggio prossimo - in tre diversi incontri - presso l’Ateneo Pontificio
“Regina Apostolorum” e in videoconferenza anche a Bologna, presso l’Istituto “Veritatis
Splendor”, nell’ambito del Master in Scienza e Fede. “La Sindone tra scienza e fede”,
“L’uomo della Sindone” e “La Sindone. Una sfida alla scienza moderna”, i titoli dei
tre libri. Il pomeriggio sarà aperto - riferisce l’agenzia Sir - con un saluto di
padre Pedro Barrajón, rettore dell’Ateneo; seguirà la presentazione del libro “La
Sindone tra scienza e fede”, cui interverranno padre Gianfranco Berbenni, della Pontificia
Università Lateranense, e Petrus Soons, l’autore dell’ologramma della Sindone; poi,
sarà la volta della presentazione del libro “L’uomo della Sindone”, con Avinoam Danin,
cattedratico di Botanica dell’Università ebraica di Gerusalemme. Infine, la presentazione
del libro “La Sindone. Una sfida alla scienza moderna”, con l’intervento di Giulio
Fanti, docente di Misure Meccaniche e Termiche al Dipartimento di Ingegneria Meccanica
dell’Università di Padova. Durante l’incontro sarà possibile visitare anche la mostra
permanente “Chi è l’uomo della Sindone?”. (A.V.)