Padre Lombardi sul viaggio del Papa in Terra Santa: un atto di speranza e di coraggio
Cresce l’attesa nel modo cristiano e non solo per il prossimo viaggio del Papa in
Terra Santa, dall’8 al 15 maggio. Questa mattina, padre Federico Lombardi, direttore
della Sala Stampa della Santa Sede, ha illustrato ai giornalisti il programma del
pellegrinaggio che Benedetto XVI si accinge a compiere sulle orme dei suoi predecessori
Paolo VI e Giovanni Paolo II. Il servizio di Roberta Gisotti.
Sarà
“un viaggio importante, interessante e molto complesso” ha premesso padre Lombardi,
prima di soffermarsi sulle varie tappe di un itinerario scandito da eventi religiosi
e incontri civili che andranno a suggellare le intenzioni di questo Pellegrinaggio,
che il Papa stesso ieri all’Angelus ha voluto ricordare al mondo intero. Anzitutto
“confermare e incoraggiare i cristiani di Terra Santa” che quotidianamente devono
affrontare tante difficoltà, e qui padre Lombardi ha rilevato le diverse cerimonie
- cui il Papa parteciperà - di posa di prime pietre di edifici di culto e di altro
tipo, segno di una Chiesa desiderosa di svilupparsi. Altra intenzione primaria, quella
di farsi – ha detto Benedetto XVI – “pellegrino di pace, nel nome dell’unico Dio che
è Padre di tutti, testimoniando l’impegno della Chiesa cattolica a sostegno di chi
si sforza di praticare il dialogo e la riconciliazione, per giungere ad una pace stabile
e duratura nella giustizia e nel rispetto reciproco”. Ha rammentato padre
Lombardi che il viaggio toccherà Giordania, Israele e Territori palestinesi,
inserendosi quindi in un contesto religioso e civile reso ancor più complicato dopo
il conflitto di Gaza e che ora presenta una serie di incognite con un nuovo governo
in Israele, le divisioni politiche tra palestinesi e le elezioni di gennaio rinviate,
le tensioni verso l’Iran, la politica del neo-presidente americano, Obama:
"E’
un complesso di situazioni in movimento e anche di tensioni, in cui il viaggio del
Papa si presenta come un atto di speranza e di fiducia di poter dare un contributo
per la pace e per la riconciliazione. Mi sembra un atto anche decisamente coraggioso
ed una bella testimonianza di impegno per portare messaggi di pace e di riconciliazione
anche in situazioni non facili". Il Papa incontrerà il re di
Giordania, il presidente e il primo ministro israeliano e il presidente palestinese,
questi gli eventi di valenza politica più rilevanti ed incontrerà i leader e i fedeli
di sei riti cattolici e di altre confessioni cristiane, e i capi religiosi dell’ebraismo
e dell’islamismo. Si recherà sulla spianata delle Moschee e visiterà il Muro Occidentale,
andrà tra i profughi palestinesi a Betlemme e farà visita al Mausoleo di Yad Vashem
a Gerusalemme per rendere omaggio alle vittime dell’Olocasuto, ma non farà sosta -
come già previsto - al Museo storico.
Questo viaggio
– ha rimarcato ieri Benedetto XVI – “non potrà non avere una notevole importanza ecumenica
e interreligiosa”.