Diritto alla vita e libertà religiosa al centro dei diritti umani. Vergognosa tragedia
la fame nel mondo: così il Papa all'Accademia delle Scienze Sociali
La Chiesa promuove i diritti di tutti gli esseri umani a partire dal diritto alla
vita e alla libertà di coscienza e di religione: è questo in sintesi quanto ha detto
stamani il Papa ricevendo in Vaticano i partecipanti alla plenaria della Pontificia
Accademia delle Scienze Sociali che si sta svolgendo sul tema “La Dottrina Sociale
cattolica ed i Diritti umani”. Benedetto XVI ha quindi nuovamente denunciato la “vergognosa
tragedia” della fame nel mondo, sottolineando il fatto che la "questione centrale"
della dignità della persona e dei diritti umani sia un punto d'incontro tra la dottrina
della Chiesa e la società contemporanea". Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa ricorda
una “regola d'oro” per orientarci nel campo dei diritti umani.Si trova
nel Vangelo: “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”.
I diritti umani riguardano tutti e non solo alcuni perché “sono inerenti alla natura
stessa dell’uomo, che è creato a immagine e somiglianza di Dio”.
Nel
corso della storia – ha proseguito il Pontefice – l’umanità ha preso sempre più “consapevolezza
dei diritti umani e della loro universalità”. Così l’era moderna, attingendo al messaggio
cristiano sul libero rapporto di amore tra Dio e ogni uomo, ha sviluppato il principio
del diritto universale alla libertà. Allo stesso tempo, dobbiamo sempre ricordare
– ha sottolineato il Papa - che "la stessa libertà ha bisogno di essere liberata.
Ed è Cristo che la libera” (Veritatis splendor, 86). Nel secolo
scorso – ha rilevato – “dopo le grandi sofferenze causate da due guerre mondiali e
indicibili crimini perpetrati dalle ideologie totalitarie, la comunità internazionale
ha acquisito un nuovo sistema di diritto internazionale basato sui diritti umani”,
agendo in conformità con il messaggio di Benedetto XV che aveva invitato i belligeranti
della Prima guerra mondiale a "trasformare la forza materiale delle armi nella forza
morale del diritto" (Nota per i Capi dei popoli belligeranti del primo agosto 1917).
“I diritti umani sono diventati così il punto di riferimento di un ethos universale
condiviso - almeno a livello di aspirazione - per la maggior parte del genere umano”.
“The Second Vatican Council, in the Declaration
Dignitatis Humanae…” “Il Concilio Vaticano II, nella Dichiarazione Dignitatis
Humanae - ha aggiunto - così come i miei predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II,
hanno sottolineato con forza che il diritto alla vita e il diritto alla libertà di
coscienza e di religione sono al centro di tali diritti”. Benedetto XVI ribadisce
che “questi diritti umani non sono verità di fede in senso stretto”, anche se sono
presenti nel messaggio di Cristo, che "svela l'uomo a se stesso" (Gaudium et spes,
22). “Essi ricevono ulteriore conferma dalla fede” ma in realtà possono essere compresi
dalla stessa ragione umana e da tutti gli uomini di buona volontà indipendentemente
dal loro credo. In tutti gli uomini infatti è presente un “logos” che permette loro
di distinguere non solo tra vero e falso, ma anche tra bene e male, giustizia e ingiustizia.
“Questa capacità di discernere – ha affermato il Papa - rende ogni uomo capace di
cogliere la ‘legge naturale’, che non è altro che una partecipazione alla legge eterna”.
“La legge naturale – ha spiegato - è una guida universale riconoscibile da tutti,
sulla base della quale tutte le persone possono capirsi e amarsi reciprocamente. I
diritti dell'uomo, quindi, in ultima analisi, sono radicati in una partecipazione
di Dio, che ha creato ogni persona umana, con l'intelligenza e la libertà. Se questa
solida base etica e politica viene ignorata – sottolinea Benedetto XVI - i diritti
umani rimangono fragili, in quanto sono privati del loro stabile fondamento”.
“Human
reason must undergo constant purification by faith…” Tuttavia – ha aggiunto
– “la ragione umana deve essere sottoposta a costante purificazione da parte della
fede” perché corre sempre il pericolo di “una certa cecità etica, derivante dal disordine
delle passioni e del peccato”. D'altro canto, poiché “i diritti umani devono essere
sempre e di nuovo fatti propri da ogni generazione e ogni individuo”, e poiché “la
libertà umana è sempre fragile”, l’uomo “ha bisogno della speranza e dell'amore incondizionato
che può essere solo trovato in Dio” e che porta a partecipare agli altri la giustizia
e la generosità di Dio. In questa prospettiva il Papa richiama la gravità dei problemi
sociali manifestatisi con la globalizzazione e l'attuale crisi economica: tra questi
“il flagrante contrasto tra la parità di attribuzione dei diritti e la disparità di
accesso ai mezzi per raggiungere tali diritti”.
“It
is a shameful tragedy that one-fifth of humanity still goes hungry…” “Per
i cristiani che chiedono costantemente a Dio ‘dacci oggi il nostro pane quotidiano’
- ha affermato Benedetto XVI - è una vergognosa tragedia che un quinto dell'umanità
soffra ancora la fame. Garantire un adeguato approvvigionamento di cibo, come la protezione
delle risorse vitali come l'acqua e l’energia richiede a tutti i leader internazionali”
la disponibilità “ad operare in buona fede, nel rispetto della legge naturale per
promuovere la solidarietà e la sussidiarietà con le regioni e i popoli più deboli
del pianeta, come la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze sociali
tra i paesi e le società ed aumentare la sicurezza globale”. Si tratta – ha concluso
il Papa – di difendere “questi diritti umani non negoziabili che sono fondati sulla
legge divina”.