Una raccolta di firme per il disarmo nucleare lanciata al 39.mo Meeting del primo
maggio a Loppiano
E’ cominciata dalla Cittadella internazionale del Movimento dei Focolari di Loppiano,
in provincia di Firenze, una raccolta di firme in favore del disarmo nucleare da presentare
alla Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione in programma nel 2010.
L’obiettivo è quello di raccogliere dieci milioni di firme in tutto il mondo. L’iniziativa
è stata lanciata al 39.mo Meeting del primo maggio scorso, al quale hanno partecipato
circa quattromila giovani. Momenti musicali e artistici si sono alternati a testimonianze
di Vangelo vissuto, in una giornata di festa e di unità, come ci racconta Valerio
Aversano, un giovane proveniente da Taranto, al microfono di Adriana Masotti.
R. - A Loppiano,
si è svolto un grande Meeting per giovani, la festa del primo maggio, che raccoglie
giovani da tutta Italia e dall’Europa intorno ad un’idea forte: quella del mondo unito.
Ed è una festa che proprio allarga il nostro sguardo, il nostro orizzonte verso l’unità
e per questo abbiamo fatto alcuni collegamenti con altre città del mondo dove si svolgono
delle manifestazioni simili, anche perché questa festa del primo maggio si inserisce
all’interno di una iniziativa che i “Giovani per un mondo unito” - cioè, i giovani
del Movimento dei Focolari - portano avanti da circa dieci anni in tutto il mondo:
si chiama la “Settimana mondo unito” ed è un momento in cui si concentrano in modo
particolare tante iniziative per testimoniare la fraternità vissuta negli ospedali,
nelle carceri, a contatto con gli ultimi, con i bambini, con gli anziani. Qui, a Loppiano,
è un po’ una sintesi di questa vita che, lungo tutto l’anno, si cerca di portare avanti,
ma è anche un momento di lancio. Ed è anche questo un motivo che penso attiri qui
tanti pullman pieni di persone, di ragazzi, che vengono a respirare l'atmosfera di
unità della cittadella di Loppiano, nella quale si cerca di vivere l’amore reciproco
come Gesù ce l’ha insegnato nel Vangelo.
D. - Dunque,
momenti di musica, di spettacolo, di racconto di esperienze, tra l’altro anche dall’Abruzzo,
dai luoghi colpiti dal terremoto...
R. - Sì, due
ragazzi dell’Abruzzo hanno raccontato in particolare come hanno vissuto questi giorni:
“Tutto sembrava crollare, in quei momenti”, hanno raccontato, “ma sentivamo forte
l’amore di Dio che ci spingeva ad andare oltre la difficoltà, per amare concretamente
chi ci era vicino”. E qualcuno diceva: “Noi, che abbiamo vissuto questi momenti così
difficili, abbiamo avvertito però anche una grazia, cioè abbiamo avvertito tanti che
ci sostenevano, e anche noi sentivamo come una forza che non veniva da noi, ma che
ci aiuta ancora adesso ad andare avanti, a ricominciare la vita di ogni giorno”. Insomma,
tante esperienze anche da lì di come un momento drammatico, però, ha subito in moto
una macchina di fraternità, di amore vissuto concretamente.