“Valorizzare il patrimonio di cultura, solidarietà, competenza e dedizione ai giovani
che caratterizza da sempre l’attività scolastica e formativa della scuola cattolica”:
è la prima richiesta - contenuta nell’appello rivolto dai vescovi del Triveneto, promotori
di una conferenza sulla scuola. Al fine di “individuare alcune soluzioni possibili
ed attuabili circa alcune questioni interenti al sistema educativo di istruzione e
di formazione italiano” a partire “dal ricco patrimonio presente nel Nord-Est”. L’evento
si è tenuto giovedì scorso presso il Centro congressi Papa Luciani ed ha visto – dice
una nota del Sir- un migliaio i partecipanti fra docenti, genitori, studenti delle
scuole superiori, sacerdoti, religiosi e laici impegnati nel mondo della scuola, dirigenti
e funzionari delle istituzioni scolastiche, amministratori locali, esponenti delle
associazioni del settore. Nel documento finale rivolto “alle amministrazioni pubbliche
a tutti i livelli” per un maggiore impegno in materia di autonomia, federalismo, reale
parità scolastica e formativa, e più ampia libertà d’educazione, i presuli chiedono
“parità anche economica”. “I ritrovati’ 120 milioni di euro per le scuole paritarie
– hanno detto nell’appello finale- dopo la drastica riduzione delle già esigue risorse
operate dalla Finanziaria 2009, siano veramente destinati ai capitoli di spesa del
sistema paritario” e “sia riconosciuta l’equivalenza dei docenti e dirigenti delle
scuole paritarie con i colleghi delle statali”. “La parità non è una scelta a parte
ma è inserita, a pieno titolo, come necessario valore aggiunto per l'intera scuola
italiana” aveva detto ad apertura dei lavori mons. Cesare Nosiglia, vescovo di Vicenza
e delegato episcopale per la scuola. “Nessun diritto in più – ha aggiunto mons. Nosiglia
- ma nemmeno nessuna penalizzazione per le famiglie”. Durante la conferenza le associazioni
scolastiche del settore hanno presentato un documento unitario nel quale affermano
che “difendere l’esercizio del diritto paritario all’istruzione e alla formazione
professionale degli studenti e della libertà di scelta da parte delle famiglie pone
una pietra angolare a sostegno della crescita morale, sociale ed economica del Paese”.
Sul fronte del federalismo i partecipanti alla conferenza sollecitano le istituzioni
“affinché siano create strutture idonee (uffici per la parità a livello statale e
regionale, e tavoli di concertazione) per la valorizzazione del sistema paritario”,
e chiedono “una nuova legge regionale veneta sulla formazione professionale che aggiorni
e completi l’attuale legge regionale 10/1990: una legge che valorizzi gli Enti di
formazione” e “garantisca, attraverso risorse finanziarie regionali, nazionali e del
Fse (Fondo sociale europeo) la possibilità di un futuro” da costruire “a favore e
da parte dei giovani”. (A.V.)