L’impegno della Caritas per i terremotati dell'Abruzzo
Prosegue l’impegno di Caritas italiana nelle zone terremotate, un “cammino di prossimità,
comunione e corresponsabilità” lo ha definito mons. Giuseppe Merisi, responsabile
dell’organismo pastorale della Cei, aprendo i lavori della presidenza lo scorso 29
aprile. Un percorso – ha sottolineato – “subito tradotto nell’attivazione di un centro
nazionale di coordinamento Caritas aperto all’Aquila, in aiuti immediati, e nello
stare accanto quotidianamente alla gente”. Un lavoro generoso che non manca di portare
frutto e che ora - aggiunge - "sta gradualmente suscitando gemellaggi, progetti di
ricostruzione e di valorizzazione della solidarietà proveniente dal mondo intero”.
“È proprio adesso, passata la fase di prima emergenza, che occorre assicurare una
presenza costante e continua tra le popolazioni colpite dal terremoto” ribadisce al
Sir don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana che assieme alle altre
Caritas lombarde ha scelto di “adottare” la città di Paganica (7 mila abitanti e il
centro storico distrutto) per poter mettere a punto un piano di azione nel lungo periodo.
“Il prossimo passo che faremo – spiega don Davanzo – sarà individuare due o tre persone
che possano rimanere stabilmente in Abruzzo per almeno due anni a fare da cerniera
tra le Caritas del territorio e i volontari che invieremo volta per volta dalla diocesi
di Milano”. Allo scopo la Caritas ambrosiana predisporrà a breve un “censimento” delle
persone disponibili a partire per le aree terremotate. Fra i temi all’attenzione della
presidenza di Caritas italiana anche l’impegno nella pastorale in Italia e in Europa.
(C.D.L.)