Elezioni a Panamá: i vescovi invitano a partecipare
“Sull’impegno cittadino di fronte alle prossime elezioni” prende il nome la Lettera
Pastorale dei Vescovi di Panamá in vista dell’imminente tornata elettorale, che vede
chiamata la cittadinanza al rinnovo delle cariche presidenziali, parlamentari, amministrative
e per il Parlamento Centroamericano. Domani saranno chiamati alle urne 2,2 milioni
di elettori per eleggere il Presidente della Repubblica, il vice, 71 membri dell’Assemblea
nazionale unicamerale, 75 sindaci, 623 rappresentanti municipali e 20 rappresentanti
al Parlamento Centroamericano (Parlacen). I candidati sono: Ricardo Martinelli, imprenditore,
leader di “Cambio Democratico” il partito da lui fondato e che ha stabilito alleanze
con altri partiti: è favorito nei sondaggi. Balbina Herrera, donna in politica da
molti anni, del Partito rivoluzionario democratico: nei sondaggi al secondo posto.
Guillermo Endara, ex Presidente della Repubblica (Avanguardia morale della patria).
Un appuntamento su cui i Vescovi hanno inteso pronunciarsi per rendere più consapevoli
i fedeli dell’importanza del proprio esercizio di voto in un momento delicato sul
piano sociale in cui la democrazia – scrivono i presuli panamensi è un’incompiuta”-
Nel Paese, caratterizzato infatti da una iniquità sociale dilaga la corruzione, a
cui si associa il problema della redistribuzione delle ricchezze, la qualità della
vita che è andata peggiorando negli ultimi anni, l’inquinamento ambientale, lo smercio
di cocaina con gli Stati Uniti, il sistema educativo che è gratuito, ma la cui qualità
è andata a scadere nel tempo perché manca di un sostegno ai docenti. In questo quadro
si inserisce il nuovo rapporto con l’amministrazione americana. Un quarto della popolazione
vive al di sotto della soglia di povertà. Un quadro drammatico per lo sviluppo del
Paese. Per questo, i vescovi guardano con preoccupazione alla situazione locale, elencando
alcuni punti di criticità, che sottopongono alla riflessione dei candidati e degli
elettori. L’analisi inizia appunto dalla “perdita di qualità della vita, a causa di
una crescita economica priva di responsabilità sociale”. Viene poi toccato il tema
dell’immigrazione, con la richiesta al Governo di modificare la recente legislazione
sull’immigrazione e l’asilo, particolarmente per quanto si riferisce alla concessione
dei visti umanitari. Non si tralascia la situazione delle carceri, per la dignità
della persona che non viene rispettata, visto il ripetersi delle violazioni dei diritti
umani e di episodi di abuso dell’autorità; a completamento della disanima, il testo
pone in rilievo il flagello della corruzione, che fa cadere il principio dell’uguaglianza
di fronte alla legge, si aggiungono la violenza e insicurezza cittadina, con l’aumento
della criminalità e il nesso sempre più pronunciato tra criminalità organizzata e
delinquenza comune. Per i vescovi le sfide da raccogliere sono quelle della “vita,
la famiglia, il bene comune, l’inclusione sociale e le politiche dello Stato, da rendere
più decisamente orientate alla promozione del bene comune”. Nella Lettera, pubblicata
dai Vescovi di Panamá al termine della prima Assemblea Plenaria ordinaria del 2009,
celebrata dal 5 al 9 gennaio, si invitano tutti a partecipare alle prossime elezioni
generali. La democrazia “sempre incompiuta” – sottolineano i presuli nell’ultima parte
della Lettera – ha bisogno di crescere per edificare continuamente il Paese e il voto
è una forma di partecipazione a tale processo. Nel momento di formulare la propria
scelta, l’elettore dovrà considerare il profilo dei candidati in termini di coerenza
di vita e preparazione, capacità di dialogo, conoscenza della realtà sociale ed economica,
esperienza politica, impegno chiaramente manifestato per la difesa della vita umana.
A conclusione della Lettera i vescovi invitano i fedeli a pregare affinché lo Spirito
illumini la coscienza di ognuno nella costruzione del Paese invocando la patrona del
Panamá Santa Maria la Antigua. (A.V.)