2009-05-01 16:53:24

Influenza da suini: 10 le vitime e 330 i casi di contagio


Resta alta l’allerta per la pandemia di influenza da suini. L’ultimo bollettino dell’Oms parla di 331 casi di contagio e 10 morti accertati in 11 Paesi del mondo. E dai media sono venute, a volte, notizie contrastanti a proposito dell’impatto dell’influenza suina. Ma c’è troppo allarmismo o troppa cautela? Debora Donnini lo ha chiesto a Giovanni Rezza, direttore di Epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità:RealAudioMP3

R. – Probabilmente né l’una né l’altra. Forse il numero dei morti all’inizio è stato "gonfiato", perché non tutti erano affetti da influenza H1N1 di tipo suino. Le stime che fa anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, però, sono probabilmente anch’esse al ribasso, in quanto computano fra i decessi solo quei pazienti su cui è stato fatto un test. Il test naturalmente non viene fatto su tutti i pazienti, specialmente in una realtà come quella messicana. Quindi, questo fa sì che le stime siano ballerine e che noi non riusciamo a capire bene, effettivamente, come stiano le cose.
 
D. – Voi, come Istituto Superiore di Sanità, siete preoccupati?
 
R. – Più che preoccupati, sicuramente siamo allertati. Al momento, non abbiamo casi confermati in Italia e questo già ci fa piacere. Il punto è che bisogna essere capaci, però, di arginare immediatamente i focolai nascenti.
 
D. – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ieri ha alzato il livello d’allarme da 4 a 5: in questo caso già c’è la fase di passaggio da uomo a uomo...
 
R. – Mentre il virus dell’aviaria era molto aggressivo, quindi causava una malattia molto grave, ma non era trasmissibile, quasi per niente, da persona a persona, questo virus, invece, probabilmente, è molto meno aggressivo rispetto a quello, ma si trasmette più facilmente da persona a persona, come un normale virus influenzale. Il problema maggiore è che questo virus è un virus nuovo, quindi, non incontrando persone già immuni, può diffondersi più facilmente.







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