A Roma la prima tappa del pellegrinaggio dell'urna di don Bosco che girerà il mondo.
Intervista con don Gianni Pussino
Arriva oggi a Roma nella basilica che porta il suo nome, l’urna contenente le spoglie
di San Giovanni Bosco, che rimarranno esposte fino al prossimo 5 maggio. Parte così,
il pellegrinaggio che i resti mortali del santo piemontese, compiranno in tutto il
mondo nel bicentenario della sua nascita, che sarà celebrata nel 2015. Da domani fino
a domenica, sempre a Roma, si svolgerà il primo Forum del Movimento giovanile salesiano
dell’Italia centrale, con oltre 2000 giovani. Ma quanto è ancora attuale la figura
di questo Santo nella società di oggi? Marina Tomarro lo ha chiesto a don
Gianluigi Pussino parroco della basilica di San Giovanni Bosco a Roma.
R. - Penso
che il messaggio e l’esperienza educativa di don Bosco siano ancora attuali oggi.
Il punto di forza di don Bosco è il sistema preventivo. Tante volte oggi, quando si
parla dei giovani, è perché avvenuto qualche cosa, in genere, di negativo. Sarebbe
stato molto più utile intervenire in maniera preventiva. Un sistema preventivo che
come sappiamo è fondato su tre parole, tre esperienze: l’amorevolezza, la ragione
e la religione come apertura al trascendente. Questo fa sì che don Bosco trovi accoglienza
anche dove tante volte, in prima battuta, la Chiesa non è ben vista. Questo è chiaramente
un impegno che ricade soprattutto sugli educatori. Non dimentichiamo che don Bosco
è ricordato come un grande Santo educatore e nell’educazione egli ha trovato la via
della santità. D. - Tanti giovani frequentano ancora oggi gli
oratori salesiani, sono attirati da questo Santo…
R.
- Credo, anzitutto, perché don Bosco ispira simpatia per il suo modo di rendersi presente.
Nel sistema educativo di don Bosco - al di là del fatto che la finalità è senz’altro
quella di annunciare Gesù - l’oratorio rimane tante volte uno spazio dove è facile
incontrarsi, relazionarsi, e dove allo stesso tempo, però, i ragazzi trovano una persona
attenta, un educatore che sta loro vicino. I giovani oggi, molte volte, hanno bisogno
di compagnia, vivono estreme situazioni di solitudine: avere vicino un educatore che
spiega, che motiva, che ragiona, questo è ciò che tante volte fa sì che gli oratori
siano ricercati.
D. - In questi giorni, si svolgerà
anche il primo forum dei giovani del Movimento giovanile salesiano dell’Italia centrale.
Di che cosa si tratta?
R. - Si tratta di un’esperienza
di incontro per vivere insieme e condividere i valori della spiritualità giovanile
salesiana. Si è voluto abbinare quest’anno don Bosco e San Paolo nell’Anno paolino.
Il titolo è proprio “Abbagliati da una voce”, dove si mettono insieme questi due grandi
annunciatori del Vangelo, che con la loro presenza anche profetica, nonostante le
tante difficoltà, sono stati profeti di speranza. Si vuole che questo incontro del
Movimento giovanile salesiano poi chiaramente avrà le sue ricadute nei diversi contesti
locali dove i giovani operano.