Pakistan: morto il bambino cristiano ferito in un attacco
Non ce l’ha fatta il bambino cristiano di undici anni, rimasto ferito gravemente insieme
ad altre cinque persone, nel corso di un attacco armato. Il bambino è deceduto all’ospedale
Abbasi Shahid a seguito di un colpo di arma da fuoco alla testa, dopo cinque giorni
di sofferenza. I fondamentalisti – riferisce AsiaNews- avevano bruciato le case dei
cristiani e diverse copie della Bibbia. Mentre alcuni attivisti denunciano il mancato
intervento della polizia. L’episodio si era consumato vicino Karachi, per un assalto
dei talebani a un gruppo di cristiani di Tiasar Town. Qui, vi sono circa 700 famiglie
cristiane, di cui 300 cattoliche, che appartengono alla parrocchia di San Giuda, nell’arcidiocesi
di Karachi, il cui parroco è padre Richard D’Souza. L’attacco è stato sferrato il
22 aprile scorso, quando una folla di estremisti armati ha assaltato un gruppo di
cristiani in un sobborgo di Karachi, bruciando sei abitazioni e ferendo in modo grave
tre fedeli. Fra questi vi era anche il bambino undicenne, le cui condizioni erano
apparse subito gravi. La situazione è tornata alla normalità alcune ore più tardi,
grazie all’arrivo delle forze paramilitari pakistane. Le famiglie abitavano nelle
zone centrali della città, ma un provvedimento di espulsione forzata delle loro abitazioni
li ha costretti in periferia. Secondo gli attivisti del Ncjp, i talebani hanno attaccato
i cristiani perché “colpevoli” di cancellare scritte ingiuriose e slogan estremisti
dalle pareti delle case e di una chiesa locale. I fondamentalisti avevano imbrattato
le pareti con frasi che incitavano all’odio e alla violenza. Feriti e luoghi dell’attacco
sono stati visitati da una delegazione formata da religiosi e laici, guidata da padre
Emmanuel Yousaf Mani, direttore della Commissione nazionale di giustizia e pace. La
delegazione ha incontrato anche i vertici locali del Muttahida Quami Movement (Mqm),
il solo partito pakistano che si è opposto all’introduzione della Sharia nella Swat
Valley. Morti e feriti si sono registrati solo all’interno della comunità cristiana;
cinque gli arresti fra i musulmani, sorpresi mentre brandivano le armi con le quali
hanno sferrato l’assalto. Padre Mani invita ora la comunità cristiana di Tiasar Town
a “rimanere unita” e garantisce il “sostegno legale gratuito della Commissione” in
sede processuale. (A.V.)