Padre Imran John, di 33 anni, è il primo gesuita di nazionalità pakistana. L’ordinazione
sacerdotale è avvenuta nella Cattedrale del Sacro Cuore a Lahore, per le mani di mons.
Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore. “Costruire relazioni sociali fra comunità
religiose all’insegna dell’armonia, per contrastare l’estremismo dilagante” le prime
parole del neo sacerdote. La Compagnia di Gesù in Pakistan offre nuove speranze al
Paese: in una fase sociale e politica molto difficile, in cui le minoranze cristiane
soffrono l’offensiva integralista dei movimenti talebani pakistani – scrive l’agenzia
Fides - l’evento testimonia il coraggio e la fede con cui la Chiesa sta vivendo questo
momento, in cui sono messi in discussione i diritti, la dignità e le libertà inalienabili
dei cittadini pakistani credenti in Cristo. La Compagnia di Gesù giunse in Pakistan
nel XVI sec, dalla colonia portoghese di Goa. Dopo un periodo di fioritura, le missioni
gesuite caddero in disgrazia presso i governanti locali e scomparvero nel 1650. I
religiosi sono rientrati nel Paese nel 1961, quando, grazie ai gesuiti tedeschi, si
è aperta una nuova casa in Pakistan. Da allora si sono dedicati al lavoro di istruzione,
di formazione e di evangelizzazione, di cui oggi si raccolgono i frutti. Altri giovani
seminaristi pakistani infatti sono prossimi all’ordinazione sacerdotale. Questo fa
ben sperare in un nuovo stabile radicamento locale della Compagnia di Gesù in terra
pakistana, come ha sottolineato padre Renato Zecchin, superiore della comunità locale
dei gesuiti. I cristiani in Pakistan hanno lanciato di recente un appello affinché
il governo di Asif Ali Zardari non si arrenda di fronte alle pressioni degli integralisti
islamici, ma tuteli i cittadini pakistani di ogni religione. (A.V.)